Il Messaggero (G. Lengua) – Nicola Legrottaglie, oggi direttore tecnico della Sampdoria, quando è stato difensore del Catania ha giocato proprio contro la Roma una partita in due blocchi (segnando), all’epoca interrotta per maltempo e finita 1-1. Era il 2012 e ilrisultato non cambiò nei 25 minuti rimanenti.

Come si preparano 18 minuti più recupero?
È come se fosse un riscaldamento pre-gara, ma che deve essere molto performante. Loro devono arrivare a fare 18 minuti in alta resa. Spingere e fare tanto sprint”.

Cosa cambia nel pre-partita?
Atleticamente i calciatori si devono preparare diversamente rispetto ai 90 minuti. Devono arrivare con quella benzina necessaria per farti performare ad alta velocità”.

In più c’è l’esigenza di fare gol per recuperare in classifica
Non giocherei con troppi attaccanti. Dipende tutto dall’atteggiamento che deve essere equilibrato, ma allo stesso tempo spregiudicato. Pressare alto, andare nella metà campo loro, fare pressione e creare occasioni da gol. Cercare di stare il più vicino alla porta. Sono veramente pochi 18 minuti, per questo rivaluterei la regola”.

Come?
Che senso ha recuperare 18 minuti? Recuperiamo tutta la partita, la rifarei giocare dall’inizio. È successa una cosa grave, hai fermato la partita e la rifai”. 

Se qualcuno stesse vincendo in quel momento potrebbe obiettare.
“Deve essere una regola per tutti indipendentemente dal risultato”.

A proposito di regole, che idea si è fatto del recupero il 25 aprile?
I club italiani vanno capiti. La Lega deve utilizzare buon senso quando si fanno questi programmi. Vanno tutelate e avvantaggiate le società che fanno le competizioni europee. Magari cambiare anche la programmazione durante l’anno. Nella vita non esiste solo la regola, c’è quella, ma c’è anche il buon senso”.