E, al termine della partita/batosta rimediata contro il Lecce, nello spogliatoio della Roma – mentre Luis era impegnato con le tv – c’è stata l’ennesima, dura discussione tra i senatori e i giovani della squadra, rei – a dire dei più esperti (si racconta anche di uno Stekelenburg furibondo) – di non aver fatto fino in fondo il proprio dovere. Toni aspri, parole e paroloni. Una situazione molto delicata, anche in vista dei prossimi impegni.
Intanto, la Roma non molla Luis Enrique. Il tecnico non è in discussione neppure dopo la quattordicesima sconfitta stagionale. «Dimissioni di Luis? Non c’è nulla di vero, sicuramente è amareggiato ma questo proposito non lo sta minimamente accarezzando. Lui è un combattente, in momenti come questi è il primo a voler condurre una battaglia. Stavolta non siamo stati in grado di affrontare la partita. Da domani mattina (oggi, ndi) ripartiremo», le parole del ds Walter Sabatini.
La Roma – come previsto nei giorni scorsi – stamane nonostante la Pasqua (e lo farà pure a Pasquetta) sarà a Trigoria per cominciare la preparazione in vista della partita di mercoledì contro l’Udinese. E appare certo che Luis si farà sentire, e pure con la voce grossa, con la sua inguardabile squadra. Ancora Sabatini: «Cosa deve succedere per dichiarare fallito il progetto? Devono ripetersi episodi come quelli di oggi (ieri, ndi) in maniera reiterata. Questo è stato il punto peggiore del campionato. Non possiamo certo dichiarare fallito un progetto in costruendo, la società deve capire chi potrà garantire un contributo in futuro», le parole del ds. Altra domanda: la conferma di Luis dipende dalla qualificazione in Champions? «È quasi irriverente pensare alla Champions, ora come ora. Adesso si ricomincia, però. La posizione di Luis Enrique è solidissima: sappiamo chi è e quello che può fare. Dovremo fare noi dirigenti le nostre riflessioni per capire cosa c’è da fare».
Il Messaggero – Mimmo Ferretti