Lecce-Roma 1-1, le pagelle: Dybala flashback, Abraham respinto. Pellegrini carico ma a poco voltaggio. Wijnaldum, “I’m back”

Pagine Romaniste (R. Gentili) – Chi di angolo ferisce, di angolo (quasi) perisce. La Roma gioca da ferma, di nuovo. Come contro l’Empoli, di cui ci sono gli stessi interpreti, sorgono due gol da corner. Si tratterebbe di un sequel, ma è uno spin-off. Perché la vittoria non arriva, visto che a trovare per primo la gloria dalla bandierina è il Lecce. Lo fa subito, al 6’, con l’inzuccata di Baschirotto sporcata da Ibanez.

Un primo test con Mancini – alto il colpo di testa – poi la Roma pareggia. El Shaarawy termina sul viso di Falcone, che spiegherà le ali soprattutto su Abraham, la combinazione con Pellegrini e proprio Abraham. Misero il raccolto dai primi 3 angoli collezionati ad inizio partita, arriva quello buono. Il capitano, rinvigorito, calibra bene il cross per Smalling, che però arriva prima sul braccio di Strefezza.

Aureliano, arbitro di poco polso, bloccato nella direzione e nell’estrarre cartellini, non ci pensa e manda la Roma dal dischetto. Non si presenta uno qualsiasi. Ci va lui, senza pensarci. Ripercorse le immagini in bianconero del match dell’andata, Dybala si incarica della trasformazione. Tiro secco, alla sinistra di Falcone (17’). E il ricordo dell’infortunio di quattro mesi alle spalle. Allargate poi dall’estremo difensore del Lecce, romano e romanista, che sbarra a più riprese la strada della porta ad Abraham.

Scalata mezza marcia, la Roma rimane terza a 41 punti, come il Milan ieri vittorioso (1-0) con il Torino. Il pericolo, però, incombe già da stasera. La speranza è che da Lazio-Atalanta non esca che una “x”.

LE PAGELLE

Rui Patricio 6 – Manda sopra la traversa il tiro di Gallo, non riesce ad intervenire sul colpo di testa di Baschirotto, indirizzato dalla schiena di Ibanez. Si esibisce in raccolte basse, non spicca una prova del rinvio su retropassaggio.

Mancini 6,5 – Per demeriti dei colleghi di reparto, per la concentrazione e la costanza nell’esserci è il migliore della difesa. Intravede prima degli attaccanti pugliesi ciò che succederà e gli anticipa, riservandogli anche il solito trattamento ruvido. Come i cross che cerca di far decollare.

Smalling 5,5 – Baschirotto è lasciato solo da lui. Rimedia contribuendo all’assegnazione del rigore: il braccio di Strefezza anticipa l’arrivo del pallone. Si riprende, anche se procede con il freno a mano tirato.

Ibanez 5,5 – Servizio completo per la squadra giallorossa, quella sbagliata. Segna di nuovo su angolo, nella porta sbagliata. Gigantesca l’impronta che lascia nel vantaggio pugliese, dalla Lega a lui assegnato. Perde la palla che manda i salentini dalla bandierina: legge male la traiettoria, il pallone gli rimbalza fortuitamente sulla schiena. La mantiene dritta nel prosieguo di gara.

Zalewski 5,5 – Fatica ad entrare nelle rapide trame della gara. Prova a fare il check-in, ma viene rimandato indietro. L’unico affonda arriva nella parte finale del secondo tempo: rompe a destra, ma viene immediatamente recuperato.

Cristante 6 – Amministra senza preoccupazioni la fase di impostazione, ne ha qualcuna quando c’è da difendere: Strefezza, al limite dell’area, lo lascia sul posto con un dribbling secco. Tanto, consueto, lavoro in incognito per il resto.

Matic 6 – Il livello della gara si fa alto e movimentato: rimane protagonista del centrocampo, non disdegnando escursioni sulla trequarti da cui manda, anche se troppo lateralmente, Abraham in porta. Accusa fatica, fisica e mentale. (Dal 83’ Wijnaldum sv – Finisce la spasmodica attesa. “Baby, i’m back”: ha scritto sui social prima della partita. E allora bentornato, caro Gini).

El Shaarawy 5,5 – Più che ipnotizzato, davanti a Falcone, ed inseguito da Umtiti, è colto da un attacco di generosità. Ha poco da rammaricarsi: il corner guadagnato propizia il pari. Il colpo, però, lo assorbe e sono poche le azioni compiute come si deve.

Pellegrini 6 – Come Ibanez, ma al contrario: propizia prima l’azione che porta al corner, tratteggia il cross da cui nasce il rigore del pari. La condizione è migliorata: lo si nota dai contrasti effettuati e vinti. Il vigore affievolisce nella ripresa. (Dal 87’ – Solbakken sv – L’orologio aggiunge due minuti ai soliti concessi).

Dybala 7 – Sente Lecce e la mente lo riconduce a quattro mesi fa, quando contro i pugliesi rimediò l’infortunio che quasi ne compromise la partecipazione al Mondiale. Il fato allora gli regala un flashback: altro rigore, non rifiuta di presentarsi sul dischetto e non sbaglia. Neppure le scelte che attua. Dà il telepass ad Abraham a fine primo tempo ed aiuto ai compagni, anche quelli difensivi. Solitario nella ripresa.

Abraham 6 – Incantevole il tocco d’esterno con il quale porta El Shaarawy davanti a Falcone. Lo stesso che poi gli rovina i piani: di sicuro a fine primo tempo è merito del portiere salentino, ma poco prima – da posizione defilata – qualcosa di più, forse, si poteva estrarre. Falcone alza il muro quando ad inizio ripresa prova ad usare la testa. (Dal 83’ Belotti sv- Altri minuti, sempre finali).

Mourinho 6 – Squadra che vince non si cambia. Copia ed incolla l’undici vittorioso contro l’Empoli. Anche la trama è più o meno la stessa. Più di un sequel, allora, è uno spin-off.  La sceneggiatura prevede anche oggi due gol su angolo, peccato che siano uno per parte. La Roma però esprime un calcio che manifesta sicurezza e volontà, che non bastano per eludere le tante e fallose trappole gettate qua e là dal Lecce.

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