Corriere della Sera (L.Valdiserri) – Se Spalletti lo farà giocare in quello che potrebbe essere l’ultimo derby della sua carriera (43 giocati, 16 vinti, 11 pareggiati e 16 persi), Francesco Totti entrerà in campo con un paio di scarpini che non passeranno inosservati. Scarpini d’oro personalizzati. La Nike gli ha confezionato le calzature – che sono state presentate ieri dal calciatore al «pop up store» Totti X Roma in piazza San Lorenzo in Lucina – ma i numeri del Capitano per il 2017 non sono rassicuranti. Spalletti, dal 1 gennaio, gli ha concesso in campionato solo 89’ minuti, meno di una partita intera, con un massimo di 28 in Udinese–Roma (15 gennaio) e un minimo di 4 in Roma–Atalanta (15 aprile). Qualche briciola in più in Europa League: 97’, ma compresi i 90 dell’inutile Roma–Villarreal. Quattro presenze in Coppa Italia per un totale di 134’, con il rigore decisivo segnato al Cesena al 90’ negli ottavi ma solo 15’ in tutto nella doppia semifinale perduta contro la Lazio. Domenica all’ora di pranzo ne sapremo di più. Per il merchandising, Totti è ancora l’Imperatore di Roma. Lo dimostra la cerimonia – stile Ceasar Palace di Las Vegas – in cui Totti ha salito una scalinata con i nomi dei sette re di Roma per trovare il suo sull’ultimo e poi sedersi sopra un trono. Un’idea abbastanza cheap, che gli è costata parecchi sfottò sui social network. Gli scarpini dorati con nome e autografo sono comunque andati a ruba. Fanno parte di una tiratura limitata di 2.500 esemplari messi in vendita su Nike.com (ma sono già andati esauriti), in rivenditori selezionati e presso il pop up store di piazza San Lorenzo in Lucina.
Totti ne ha comprate 30 paia da donare agli amici e, a 225 euro al paio, è arrivato a 6.750 euro di regali. Un colpaccio alla Imelda Marcos, la moglie dell’ex presidente filippino che, secondo la leggenda, aveva una collezione di 2.700 paia di scarpe nel palazzo di Malacañang. Totti aveva ricevuto la «vera» Scarpa d’oro nel 2007, quando era stato il re dei cannonieri europei con 26 reti segnati nel campionato di serie A. L’allenatore della Roma era anche a quei tempi Luciano Spalletti, ma tutto era diverso: la carta d’identità, l’utilizzo in campo (35 presenze tutte da titolare, 3.024 minuti giocati), il rapporto quotidiano. È nella seconda avventura di Spalletti sulla panchina giallorossa che sono arrivati i problemi, dalla cacciata dal ritiro di Trigoria prima di Roma–Palermo (21 febbraio 2016) per l’intervista alla Rai fino alla querelle Ilary –Spalletti con la celebre definizione «uomo piccolo». Il derby, per Totti, è sempre stato e sempre sarà qualcosa di unico. Figurarsi dopo l’eliminazione nella semifinale di Coppa Italia per mano della squadra di Simone Inzaghi: «Quello di domenica sarà un derby da vincere, come tutti gli altri. È una partita diversa da tutte le altre. La Lazio è una squadra che vuoi distruggere in campo, ma i giocatori vanno rispettati. Per la Roma cerchi sempre di vincere e dare il 101%, anche per gli sfottò post partita». Non è un caso che il derby che ricorda di più sia quello del 10 marzo 2002: «Il ricordo più bello è la maglietta “6 unica” del 5-1». Una t-shirt per Ilary, una vittoria schiacciante, lo scudetto sul petto, Fabio Capello in panchina.