La Repubblica (P. Torri) – Josè Mourinho, l’intero staff tecnico, il general manager Tiago Pinto, il portiere titolare Rui Patricio, l’esterno sinistro titolare (infortuni permettendo) Spinazzola, tutti in scadenza il 30 giugno del prossimo anno, così come Lukaku, Llorente, Kristensen, Azmoun, giocatori che sono arrivati a Trigoria in prestito, nessuno con obbligo di riscatto.
In particolare, a proposito di teste coronate, è tornato prepotentemente in copertina il rinnovo o presunto tale del contratto di Mou. Dipendesse dal volere popolare (leggasi tifosi), il prolungamento dello Special One sarebbe poco più che una formalità. Una solida e fideistica maggioranza dei tifosi giallorossi sta con il portoghese che sa toccare il cuore, spaventata oltretutto da un eventuale dopo.
Lo Special One sarebbe pronto a rimanere ma la famiglia Friedkin non pare essere troppo d’accordo. Conseguenza, da parte della proprietà, di un rapporto che con il passare degli anni, dall’iniziale simpatia e stima reciproca, si è andato trasformando in un feeling sempre più discendente. Qualcuno, nei corridoi di Trigoria e di viale Tolstoj, negli ultimi tempi ha fatto filtrare che mister Dan, il grande capo, in questi due anni e mezzo ha gradito poco alcune esuberanze dialettiche, in campo e fuori, del tecnico portoghese. Partendo dalla bocciatura di Karsdorp dopo la partita con il Sassuolo, finendo con il rapporto sempre conflittuale che c’è stato con la classe arbitrale, in Italia e in Europa, da parte di Mou e del suo staff.
Per queste ragioni, a meno che nell’incontro avvenuto tra le parti a Setubal l’estate scorsa non siano stati presi accordi al momento sconosciuti, noi riteniamo che non ci sarà rinnovo. Così come non ci sarà, per quello che ci risulta, una prossima intervista di Mou in cui il portoghese dice di essere pronto a firmare.