L’ isola di Paros è a mezz’ora di aereo da Atene. Si gira “Immaturi 2”, il cast degli attori italiani è arrivato domenica. Fa freddo e tira vento. «Mi sono messo l’impermeabile, sono spuntati pure gli orsi…» , scherza, Maurizio Mattioli.
Rientrerà domani, in tempo per il derby. «Non posso perdermelo. Allo stadio non vado più da anni, preferisco stare a casa, ma ogni derby è un rito. E la Magica la seguo sempre. Ho anche Roma Channel » . Nel film, come nel primo, Mattioli è il padre di Ricky Memphis. « Ti saluta, anche lui è in ansia per la partita di domenica. Ne parliamo spesso, durante le pause delle riprese. I macchinisti, poi, sono tutti della Roma. A proposito, ma è possibile che vendano Juan alla Juventus? E Lamela come sta? Può giocare domenica? » . L’intervista comincia dopo una serie di battute di Mattioli, un memorabile Mastro Titta nell’ultimo Rugantino. Nella vita è come sul set o in scena, una prorompente carica umana lo aiuta a nascondere talvolta anche un velo di tristezza. Attore, doppiatore, artista a tutto tondo. Ma, soprattutto, tifoso romanista. Da sempre.
Maurizio Mattioli, che derby si aspetta?
«Per questa partita non me la sento di rischiare il pronostico. Il derby di Roma è una sfida unica. Anche se le due squadre ci arrivano con venti punti di distacco, il risultato non è mai scontato. No, nessuna previsione, non me la sento. Però restano i ricordi. Il più bello il 5-1 con il poker di Montella e il gol di Totti. Una gioia indimenticabile. Quella sera ero all’Olimpico. Ma non ci sono più i presupposti per una vittoria così netta, la Lazio è molto forte. Ma se Luis Enrique diventa per novanta minuti romano come Mazzone, se riesce a preparare la partita come Capello e Spalletti e non subìsce le tensioni del derby, ma capisce l’importanza della sfida, allora sarà un grande derby per noi. Con gli undici giocatori in campo e Luis Enrique che schiva i pericoli della prima stracittadina può diventare un discorso interessante per la Roma».
Quale può essere l’uomo derby?
« Dico Osvaldo. All’inizio non mi piaceva, ma nelle ultime partite si è sbloccato. Conto molto su di lui. I tre gol che ha realizzato e l’esordio in Nazionale gli daranno una grande carica. Può essere lui a decidere il derby».
Mancherà Totti. Quanto peserà l’assenza del capitano?
«Nel mosaico giallorosso manca un grande tassello. Tutta la squadra dovrà non far pesare la sua assenza. A volte i derby li decidono anche i gregari. Ricordo quell’anno che stavamo vincendo per 2-1 e negli ultimi secondi arrivò il gol di Castroman. L’assenza di Totti ci peserà. Lui è come El Cid, mette paura agli avversari in qualsiasi condizione. Ma nella Roma ci sono tanti giocatori che possono essere i trascinatori. Penso a De Rossi, Pizarro e non solo. Pjanic mi piace. Bojan dopo il gol all’Atalanta si è svegliato ».
Cosa pensa di Lotito?
E’ un avversario, ma è simpaticissimo. Gli va riconosciuto il merito di aver costruito una compagine competitiva. Ho trascorso una serata con lui per un premio ed è stato piacevolissimo. Sono rimasto a parlare con lui per un’ora, un giornalista prendeva appunti su un passaporto scaduto. Secondo me Lotito ha lavorato in modo positivo per la Lazio, questa è una bella Lazio. Vedo bene anche i cugini. Speriamo che sia un bel derby e che non ci siano incidenti. Noi romani dobbiamo dare un esempio di civiltà. E comunque, alla fine, speriamo che… vinco io».
E degli americani della Roma che idea si è fatto?
« Comincia a vedersi la loro impronta. Ci voleva qualcuno che potesse rilanciare la squadra. Mi dispiace per Pradè, è bravo, molto competente, conosce il calcio come pochi. E Montali è un gran signore. Sabatini mi piace, è un po’ guascone, ma ha intuito quando sceglie i calciatori. Certo, devo dire che se la società fosse rimasta a un romano romanista come Sensi l’avrei preferito. Per un presidente tifoso che ha cominciato dalla curva l’attaccamento è diverso. E’ diverso per chi vive a Roma».
E’ superstizioso per il derby?
«Sì, molto. Ho degli “spicci” in tasca che muovo in continuazione. Se cade qualcosa non la raccolgo, oppure se cade in un momento favorevole per la Roma la faccio ricadere. A casa mia ho due televisori. Uno nello studio e l’altro in camera da letto. Mi sposto in base all’andamento della partita».
Dall’altra parte c’è Montesano. Vuol mandargli un saluto?
«Certamente. Lo saluto caramente, ammirazione. Lo andavo a vedere al Bagaglino, mi affascinava in “Quelli della domenica”. Per me è un grosso punto di riferimento. Mi sento legato a lui perchè abbiamo fatto lo stesso percorso: Puff, Bagaglino e Sistina. Ci tengo a manifestargli la mia ammirazione».
Nella sua carriera non ha mai nascosto la fede giallorossa…
«Nel ‘99 feci “Tifosi” con Neri Parenti. E anche in “Fratelli d’Italia” c’era una scena con un tassista milanese che ci portava da Milano a Roma. Eravamo due tifosi romanisti un po’ volgaretti, ma è diventato un cult. In tanti anni non ho mai accettato una scena dove parlare male della Roma. Preferisco non fare il film. Anche Alberto Sordi era così, metteva spesso la Roma nelle sue battute in scena».
(…)
Mancano pochi giorni, è già entrato nel clima derby?
« Con Ricky Memphis siamo già concentrati sulla partita di domenica. Ogni tanto, durante le pause delle riprese, indosso la maglia della Roma con il mio nome stampato dietro. Speriamo che porti bene…».
Corriere dello Sport – Guido D’Ubaldo
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