Il Messaggero (S. Carina) – La battuta che girava ieri in città, nelle radio e nei social – “Un giorno senza comunicati è già un passo avanti” – la dice lunga sul momento che sta vivendo la Roma. Nonostante le rassicurazioni dei Friedkin, il dubbio sul futuro resta. E almeno nel breve periodo può essere fugato soltanto dalle prossime nomine dirigenziali.
Ad oggi la Roma è senza l’amministratore delegato (che tra l’altro aveva anche la delega sullo stadio): l’apice di un vuoto alle spalle. All’appello, infatti, mancano anche un direttore generale, un direttore tecnico, un direttore commerciale, un responsabile delle risorse umane, un altro dell’area Venue (colui che si occupa della gestione degli eventi).
C’è una gestione ordinaria da portare avanti e questa è stata affidata – ad oggi senza nomine ufficiali – all’avvocato Vitali, già General Counsel della società, che dall’addio di Souloukou è divenuto nell’autogestione nella quale la Roma si trova, un punto di riferimento a Trigoria. Una sorta di Ceo ad interim anche sei Friedkin in tal senso non hanno ancora provveduto a ufficializzarlo.
I Fredkin – dopo il no ricevuto per Andrea Chiavelli, ad del Napoli – si sono affidati alla CAA Base, un’agenzia globale che ha due anime, una statunitense (che oltre ad attori e registi vede anche i più importanti sportivi dell’Nba, Nfl e Mlb) e l’altra inglese (la quale ha la procura di oltre 600 calciatori e un portafoglio di valore paria quasi un miliardo di euro che si occupa anche del reclutamento di direttori sportivi e figure dirigenziali). La ricerca è partita e il range della ricerca spazia da Ceo di banche e multinazionali – è circolato ad esempio il nome di Andrea D’Agostino, managing director di Coca Cola che si è occupato della main sponsorship degli Europei di calcio 2024