Difficile che vada in gol, ma un po’ più complicato segnarle. I numeri dell’Atalanta di Reja – dopo 30 turni di campionato – parlano chiaro: è il terzo peggior attacco della Serie A con 26 reti realizzate (in media meno di un gol a partita) ed è la nona difesa meno perforata con 41 gol incassati.
In classifica è posizionata al quartultimo posto, ma in zona relativamente tranquilla, a più sette dal Cesena diciottesimo. Una squadra, quella nerazzurra, che ha cambiato guida tecnica alla ventiseiesima giornata: al posto dell’esonerato Colantuono è subentrato l’ex tecnico della Lazio. Sotto la nuova guida – nelle ultime cinque gare – i nerazzurri hanno conquistato tre pareggi (tra cui uno prestigioso al San Paolo con il Napoli, 1-1), una sconfitta e una vittoria la settimana scorsa in casa con il Sassuolo (2-1). Dunque, sei punti nei 450 minuti totali.
Il rendimento in trasferta non ricalca quello tra le mura amiche: lontano dallo stadio “Atleti Azzurri d’Italia” i bergamaschi hanno ottenuto 12 punti in 15 match (2 successi, 6 pareggi e 7 ko). Facendo un rapido calcolo di addizione o sottrazione, emerge che lo score interno è migliore: 17 punti.
Gli elementi più utilizzati della rosa sono il portiere Sportiello, i difensori Stendardo, Bellini, Biava, Zappacosta, Benalouane, Dramè, i centrocampisti Moralez, Baselli, Carmona, Cigarini, gli attaccanti, Gomez, Denis e Boakye. Il miglior marcatore è il centravanti argentino Denis, autore di 6 reti. Il sistema di gioco di riferimento è il 4-2-3-1. Con l’avvento del nuovo allenatore non c’è stato uno stravolgimento tattico, la base di partenza è sempre quello della difesa a quattro.
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