Corriere dello Sport (R. Maida) – Niente primo posto, niente qualificazione, niente Roma. Magari fosse stata un’amichevole, come da provocazione di SarriMourinho torna dalla trasferta ceca infuriato e infreddolito da uno spettacolo indecente. E ora, essendo lo scontro diretto perfettamente alla pari con lo Slavia, potrebbero non bastare 6 punti nelle ultime 2 giornate per vincere il girone perché i cechi hanno 3 gol di vantaggio nella differenza reti generale.

Il rischio concreto dello spareggio di febbraio è la conseguenza di un black out collettivo e prolungato che ha lasciato la Roma senza elettricità per cento minuti. Può aver inciso il pensiero del derby, più o meno inconscio, che ha consigliato a qualche giocatore (Lukaku per dirne uno) di gestire le energie. Ma la verità è che non c’è stata partita. Il 2-0 allo Slavia sta persino stretto: a tempo scaduto il nuovo entrato Van Buren ha fallito un facilissimo contropiede che avrebbe allargato le proporzioni.

La Roma invece non è mai stata intraprendente e tantomeno pericolosa. Non ha mai giocato per l’obiettivo dichiarato, che era vincere per chiudere a Praga la questione europea e dedicarsi al campionato. Eppure Mourinho era stato di parola, cambiando solo tre giocatori più il portiere rispetto alla partita con il Lecce: dentro Celik a destra e Paredes nel mezzo più Belotti al posto di Dybala nella linea di attacco. Anche stavolta lo schieramento era ibrido, con Aouar molto trequartista e poco mezzala e Belotti a girare attorno al perno belga sull’altro lato. Il 3-5-2 cartaceo diventava dunque spesso 3-4-2-1 con Bove pronto a ripiegare sul vertice basso occupato da Paredes.

Sotto di un gol, Mourinho ha dimostrato con le sostituzioni di non voler dedicare nemmeno un sospiro al derby: dentro Dybala e Renato Sanches, con il successivo esordio da professionista del giovane e velocissimo esterno brasiliano Joao Costa (2005). Ma gli input non sono arrivati ai giocatori, che hanno fatto tanta confusione negli ultimi trenta metri senza mai impaurire lo Slavia e concesso anche il 2-0 a Masopust, indisturbato nel tiro lento e angolato da fuori area. Giusto così, come è giustificata la furia di Mourinho nello spogliatoio: tanto valeva far giocare i ragazzini.