Il Messaggero (S. Carina) – Il terzo tempo di Mancini riporta, almeno per una notte, la Roma al quarto posto. C’è voluto un gol del difensore e soprattutto da palla ferma (il quattordicesimo nel torneo), per sbloccare una gara complicata. Soprattutto perché gli attaccanti continuano a non segnare. Con il match di ieri, Mayoral ha inanellato la sesta partita consecutiva in campionato da titolare senza gol. Tanto basta per ricevere la difesa d’ufficio di Fonseca: “Il Genoa si è abbassato e queste sono le gare più difficili per un attaccante. Borja ha comunque lavorato molto per la squadra, creando spazi e non si è mai fermato“.
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Nelle ultime 6 partite di campionato, dove i giallorossi hanno ottenuto 10 punti sui 18 disponibili, soltanto Pedro è andato a segno. Gli altri sono rimasti a guardare. Sei gare nelle quali Dzeko o non ha giocato per infortunio (ultime 3 contro Milan, Fiorentina e Genoa) oppure è entrato a partita in corso per scelta tecnica (28 minuti con la Juventus, 23 con l’Udinese e 33 col Benevento). Difficile non trovare un legame tra questa inversione di rotta e l’assenza o l’impiego part-time di Edin, capace sia di far salire la squadra, giocare per lei e poi farsi trovare puntuale in zona-gol.
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Il problema è che nemmeno giovedì, contro lo Shakhtar, il bosniaco ci sarà: “È difficile”, l’ammissione di Paulo. Involuzione che non riguarda il solo Mayoral. Mkhitaryan ad esempio non segna in campionato dal 31 gennaio (Roma-Verona 3-1). El Shaarawy è appena arrivato (6 presenze, comprese le coppe) ma palesa difficoltà legate alla condizione e alla posizione in campo.
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Anche ieri è sembrato troppo imbrigliato centralmente dietro Mayoral: non è un caso che il meglio di sé in carriera lo abbia dato spostato sulla fascia. Pedro è apparso ancora una volta nervoso. La classe è quella di sempre (il colpo di tacco finito sul palo, lo dimostra), meno l’efficacia. Aspettando Dzeko, non sono escluse novità già giovedì. La possibilità di riproporre Mkhitaryan falso nueve, non è da escludere a priori.