La Gazzetta dello Sport – Effetto domino. Se le incertezze sul futuro di José Mourinho attraversano il cuore della Roma – proprietà, dirigenza e tifosi – come una lama rovente, è logico che la conferma o meno dello Special One (legata ai risultati che riuscirà a portare) condizioni la permanenza anche dei giocatori che sono più da vetrina.
Proprio per questo la qualificazione alla Champions consentirebbe di avere quel plafond di base – diciamo intorno ai 40-50 milioni – che nell’immaginario del popolo giallorosso potrebbero (o dovrebbero) essere investiti nel riscatto dell’unico calciatore che in questa stagione sta facendo davvero la differenza: Romelu Lukaku. Possibile? Diciamo che è complicato.
Il Chelsea ha fissato una cifra per il riscatto pari a circa 42 milioni, ma ammesso e non concesso che i Friedkin vogliano spendere quasi tutto il budget di mercato per un solo atleta che nella prossima stagione avrà 31 anni, c’è da dire che la concorrenza è grande, a cominciare da quella straordinaria macchina per investimenti economici che è diventata la Saudi Pro League.
Dal 2024-25, infatti, il più importante campionato del mondo arabo ha deciso che gli stranieri tesserabili saliranno a dieci. E nella lista dei desideri, naturalmente, spicca Big Rom.
A pensarci bene, l’attaccante in estate ha avuto la stessa tentazione riservata a Mourinho e, come lui, ha rinunciato a un ingaggio assai superiore di quello percepito alla Roma (circa 7 milioni netti più bonus) per giocare in un campionato più competitivo.
Nel 2024, però, le cose potrebbero cambiare, anche perché si dice che l’offerta per lui non sia inferiore ai 30 milioni a stagione per due anni. Una cifra da capogiro che arriverebbe dopo l’Europeo, in cui Romelu spera di lasciare finalmente il segno per raggiungere un traguardo importante della carriera.