Rafforzamento del daspo, introduzione delle ‘celle’ negli stadi e del reato di bagarinaggio, inasprimento delle sanzioni della giustizia sportiva nei casi di match fixing e di collusioni con la mafia. Sono alcune delle proposte contenute nella relazione finale del Comitato mafia e manifestazioni sportive, presieduto Marco Di Lello del Pd, sulla base delle audizioni svolte in questi mesi dalla Commissione antimafia, approvata oggi all’unanimità. “Le risultanze dell’inchiesta parlamentare hanno consentito di rilevare varie forme, sempre più profonde, di osmosi tra la criminalità organizzata, la criminalità comune e le frange violente del tifo organizzato, nelle quali si annida anche il germe dell’estremismo politico“, si legge nella relazione, che lancia una serie di proposte normative “per rendere tutti i soggetti della filiera sportiva consapevoli del rischio di infiltrazione mafiosa, e quindi attrezzati per fronteggiarlo insieme alle istituzioni“. Per quanto riguarda il provvedimento del Daspo, secondo la commissione sarebbe opportuno intervenire “sia prevedendo termini di efficacia più severi che introducendo l’obbligo e non più la facoltà di imporre al destinatario di presentarsi agli uffici di pubblica sicurezza nel corso delle manifestazioni sportive“.
La Commissione invita inoltre a “valutare l’introduzione anche di misure, come strutture sul modello inglese che consentano di trattenere temporaneamente soggetti in stato di fermo all’interno dello stadio, atte ad agevolare l’azione delle forze dell’ordine, con particolare riferimento all’arresto in flagranza, anche differita, e alla possibilità di procedere al giudizio per direttissima“. Fra le altre proposte avanzate dal Comitato mafia e sport vi è come detto l’introduzione del reato di bagarinaggio e l’inasprimento delle sanzioni alle società per i fatti connessi a tale tipo di illecito, “sia esso sportivo o in prospettiva penale“, così come l’inasprimento delle sanzioni della giustizia sportiva in maniera particolare nel match fixing e in caso di collusioni con la criminalità organizzata di tipo mafioso. E ancora, “nel quadro di una sempre più auspicabile e urgente riforma della governance e dei controlli nell’ambito dello sport“, secondo la Commissione “appare urgente prevedere un rafforzamento delle vigenti disposizioni federali che stabiliscono la soglia del 10 per cento del capitale sociale dei club al di sopra della quale è prevista l’acquisizione delle informazioni antimafia“.
Al fine di contrastare il fenomeno delle combine e del match fixing, inoltre, la Commissione propone di “limitare la possibilità di scommettere sul solo risultato finale dell’incontro e, al massimo, su quello del primo tempo“, “vietare le scommesse sulle partite di calcio delle società che militano in campionati dilettantistici” e valutare “l’allineamento della tassazione delle scommesse a quella che colpisce le altre operazioni commerciali“. Non manca, infine, un invito a circoscrivere l’ambito di applicazione del principio della responsabilità oggettiva che “pone in posizione di soggezione le società rispetto alle tifoserie organizzate che la utilizzano come arma di ricatto in cambio di benefit economici“.
AdnKronos