Il Tempo (L. Pes) – Intensità e calcio verticale. I primi vagiti dell’idea tattica di Juric si sono visti nell’esordio all’Olimpico contro l’Udinese e ora il tecnico lavora affinché non sia stata solo una partita “nervosa” figlia del cambio in panchina. Anche se i segnali restano convincenti. E poi per la base tattica e di sistema di gioco forse sottovalutata ma che può diventare essenziale per sviluppare l’idea dell’ex allenatore del Torino. Il modulo con i tre centrali e le caratteristiche degli esterni (a destra probabilmente manca qualcosa in attesa di Abdulhamid) sono propedeutici a quello che il tecnico croato vuole sviluppare, e contro l’Udinese sono arrivati diversi segnali incoraggianti.

Soprattutto nel primo tempo il pressing a tutto campo, marchio di fabbrica delle squadre di Juric, è stato evidente e redditizio. E’ cambiato anche il modo di gestire il pallone, a partire dal portiere fino alla ricerca della profondità del centravanti. Svilar ha rinviato diverse volte anziché cercare il fraseggio dei centrali, e il pallone, una volta giunto agli stessi difensori, viaggia subito in verticale e alla ricerca degli esterni. Un gioco che richiede corsa e capacità individuale nei duelli, ma che favorisce in particolare l’attaccante. Contro i friulani, infatti, è arrivata la miglior prestazione delle prime cinque giornate di Dovbyk. L’ucraino, oltre allo splendido gol che ha sbloccato il match, si è reso protagonista sia in occasione del rigore conquistato da Dybala con un caparbio recupero palla, e sia nella triangolazione di alta qualità che ha portato Baldanzi al gol.