La Gazzetta dello Sport (C.Zucchelli) – Cercando tra le personalità legate a Staggia Senese, frazione di Poggibonsi, si trovano: lo scrittore Anton Francesco Gazzini detto «Il Lasca», il medico Corrado Bernabei, il poeta Remo Chiti e il farmacista Giuseppe Leoncini. Poi c’è Walter Lapini, 43 anni, di professione operatore ecologico. Perché sia una personalità lo spiega lui: «Sono stato il primo calciatore a sostituire Totti». Era il 16 dicembre 1993, 9 mesi dopo l’esordio in A, il giovane Francesco gioca dal via con la Samp in Coppa Italia. Il giorno prima Mazzone, vedendolo parlare in sala stampa l’aveva ripreso: «A ragazzi’, vatte a fa la doccia». Poi però lo schierò dall’inizio, e al 37’ della ripresa al suo posto mise Lapini, detto Lapo, l’attaccante con cui Totti giocava in Primavera.
Ma non solo, vero?
«Sì, andavamo anche a scuola insieme. Andavamo nel senso che eravamo lì, insieme, istituto di ragioneria».
Ci dica qualcosa del Totti studente…
«Diciamo che né io né lui eravamo molto interessati alla scuola. Parlavamo di altro, pallone e ragazze. Si sa, a lui le donne non sono mai mancate, avevamo 18 anni, capirai… Anche se era timido, spesso dovevo parlare io. Quando invece eravamo soli, perché ci capitava di dormire insieme in Primavera, se ne dicevano di cavolate e lui parlava di più. Mai visto con un libro in mano però, ma neanche io».
Lei è stato il primo giocatore ad averlo sostituito, ma ha lasciato presto il calcio…
«Sì, per passione ho giocato fino in prima categoria, ma dei problemi alle ginocchia mi hanno impedito di andare avanti. Facevo l’attaccante, Francesco era più bravo di me e si capiva subito. Dopo due allenamenti dissi in famiglia: “Nella Roma c’è un ragazzino, che io chiamavo così perché ho due anni più di lui, che è un fenomeno. Non mi sono sbagliato».
Adesso lei lavora come operatore ecologico e allena per passione: le chiedono mai di Totti?
«Quando me lo chiedono rispondo sempre così: non ho sfondato nel calcio, ma una cosa buona l’ho fatta. Ho giocato con il più forte del mondo. Voi, al massimo, l’avete visto in tv».
E in tv lo vedrà lei domenica…
«Mi sarebbe piaciuto esserci, ma lavoro e la vedrò da casa. E mi scapperà una lacrima, pensando a quando eravamo giovani e stavamo insieme. Pensi che prima di quella gara con la Sampdoria la sera ci chiedevamo: “Ma giochi te o io?”. E lui: “Vedrai che te fa gioca’ a te”. E invece toccò a lui, ma non lo invidiavo. Si invidiano le brutte persone, i ragazzi leali no. E lui lo era a 18 anni e lo è ora. Mi mette tristezza vedere come è stato trattato».