Lamela: “Una finale speciale. Felice di ritrovare i giallorossi”

La Gazzetta dello Sport (F.M.Ricci) – Erik Lamela è andato via da Roma 10 anni fa, dopo due stagioni in giallorosso piene di promesse, accompagnate da un buon numero di gol e chiuse con una ricca plusvalenza. Arrivò a 19 anni per 17 milioni e se ne andò al Tottenham a 21 per 30. Un decennio dopo il legame con la squadra che il 31 maggio sfiderà nella finale di Europa League resta forte, così come è fluido il suo italiano.

 Quello alla Juventus è il gol più importante della sua carriera?

«Non lo so, però certo, vale una finale. L’avevo sognato, pensato, voluto, ed è arrivato. Per questo Tho festeggiato come un pazzo. Mi sono venute in mente tante cose, momenti buoni, altri nega-tivi. Lo ricorderò per sempre, •come questa notte incredibile che porterò nel cuore insieme a questo pubblico pazzesco, giocare qui a Siviglia non ha prezzo».

A Budapest ritroverà la Roma.

«Sarà una partita speciale. A Roma ho lasciato diversi amici, ho parlato con loro prima della partita di ritorno con la Juventus e ci siamo dati appuntamento in finale. E così sarà. Sono felicissimo per il passaggio della Roma e mi aspetto una bella partita».

Segue la Roma?

«Si chiaro, la guardo sempre. È una squadra che conosco e che con Mourinho è diventata molto forte. Ecco, Mourinho: anche lui lo conosco e gli voglio molto bene. Per questo ho detto che sarà una partita speciale: incontrarlo e sfidare la squadra di una città unica dove ho lasciato tanti amici mi fa molto piacere. Sarà una partita difficile perché la Roma sta facendo bene, ma anche noi siamo in forma»

Con Mourinho ha lavorato al Tottenham.

«Una brava persona. Gli voglio molto bene e penso che lui voglia bene a me. Abbiamo avuto un bel rapporto, con lui mi sono sentito bene e ritengo che sia un grande allenatore».

Cos’ha di speciale?

«La persona. Il suo modo di essere e la sua maniera di trattare gli altri. Penso a come fa sentire i giocatori, a come si comporta con loro. È un allenatore completo, umanamente e tecnicamente: sappiamo tutti ciò che ha vinto però c’è di più, ti fa ridere ogni giorno e ti fa sempre sentire bene. Quando penso al tempo passato con lui mi vengono in mente solo ricordi belli».

Viene criticato per come gioca la Roma.

«Io lo vedo come un allenatore che fa competere al meglio la sua squadra. La Roma fa sempre la sua partita. Mourinho è un grande tecnico e non è un caso che abbia vinto tutto ciò che ha vinto, va rispettato».

Cosa la lega a Roma?

«Alcuni amici romanisti, extra calcio, tifosi con i quali sono ancora in contatto. E ovviamente Dybala, che conosco per la nazionale. Ci sentiamo ogni tanto. Gli voglio bene e lo considero non solo un grande giocatore ma anche una bella persona».

Vi siete entrambi ritrovati, dopo momenti difficili.

«Sì. Io ho passato dei momenti brutti, troppi infortuni, troppe operazioni, i problemi all’anca, ma è il passato. A Siviglia mi trovo molto bene, sono in un buon momento. Qui la gente mi dimostra stima e affetto e quindi per me è più facile giocare e dare il meglio».

Siete al terzo allenatore.

«Si, e finalmente stiamo bene. Abbiamo iniziato male, è stato un anno complicato ma ora siamo in finale e felici. Questo club vuole la Europa League più di chiunque altro». 

In Liga siete stati a lungo in zona retrocessione.

«Abbiamo cambiato troppo, la squadra è mutata completamente e c’è stata confusione. Con mister Mendilibar abbiamo ritrovato la strada e la vittoria, e così è girato il vento».

Un pensiero per Walter Sabatini, che puntò su di lei.

«Un grande direttore, un’altra persona che stimo. Mi portò a Roma dall’Argentina e gli sarò sempre grato».

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