Tre turni di squalifica. Erik Lamela, a patto che la società non voglia infliggergli un’ulteriore squalifica, dovrà saltare le partite contro Fiorentina, Napoli e Chievo. Lo sputo rifilato nel finale di gara allo juventino Lichtstenier, domenica sera, gli costa tre giornate di stop (e una pesantissima multa da parte della società: il 30% di una mensilità lorda, guadagna 1,8 milioni l’anno) grazie alla prova tv: «le immagini televisive (Sky) – si legge nella nota della Lega di serie A – documentano come il calciatore giallorosso si sia avvicinato a quello bianconero e gli indirizzava uno sputo. Ma – prosegue il comunicato – nessun provvedimento veniva adottato dal direttore di gara in quanto l’accaduto era sfuggito alla sua attenzione. Quindi, secondo il giudice sportivo, non c’è alcun dubbio sulla intenzionalità del gesto di Lamela nel quale vengono ravvisati gli estremi di quella «condotta violenta che, se non vista dall’arbitro, rende ammissibile la prova televisiva con conseguente sanzionabilità».
La Roma non farà ricorso per la squalifica: lo ha comunicato lo stesso club giallorosso attraverso una nota dopo aver preso «completa visione dei fatti attraverso le immagini tv e ascoltato il calciatore. Erik Lamela si scusa con i suoi tifosi, con i compagni di squadra, con l’allenatore e con l’avversario per l’increscioso episodio». A questo va aggiunto che l’argentino domenica sera è stato tenuto a rapporto da Walter Sabatini, il ds giallorosso, l’uomo che l’ha voluto a tutti i costi a Roma, il più arrabbiato (deluso) fra i dirigenti per quanto accaduto a Torino. Oggi altro confronto, alla presenza del traduttore, per farsi capire al meglio.
Dopo essersi fatto espellere in occasione della partita di gennaio di Coppa Italia (fallo a palla lontana su Chiellini), Lamela allo Juventus Stadium è diventato protagonista in negativo anche l’altra sera in campionato. Luis Enrique ha provato a giustificarlo («Il gesto di Lichtsteiner è stato brutto»), ma il comportamento dell’argentino non può essere giustificabile.
Ma al di là delle valutazioni che si possono fare sulla prima stagione di Lamela con la maglia della Roma, e il bilancio non è assolutamente positivo (tante buone intenzioni raramente tramutate in realtà), va analizzato un dato legato ai rossi, e non solo, in casa Roma: con quello di Stekelenburg il numero delle espulsioni in campionato è salito a quota 9, senza contare l’espulsione di Lamela in Coppa.
Dieci rossi, complessivamente. Espulsioni di ogni tipo, soprattutto per fallo da ultimo uomo (Stekelenburg due volte, Juan e Kjaer), mani sulla linea di porta (Bojan a Firenze: squalificato, dovrà saltare anche la gara di domani) ma anche per comportamento scorretto, tipo Gago (a Firenze), Josè Angel (all’Olimpico contro il Cagliari), Osvaldo e Cassetti (a Bergamo). Chi sostiene che il codice etico imposto dalla società, su ordine di Luis Enrique, abbia più volte fatto cilecca non è poi così lontano dalla realtà. E, visti i precedenti, dovrebbe essere in arrivo una multa anche per Osvaldo, reo di aver criticato pubblicamente Bergonzi, l’arbitro di Torino. Ma, forse, nella Roma ormai è ammesso tutto.
Il Messaggero – Mimmo Ferretti