La Gazzetta dello Sport (D.Stoppini) – L’altro James Pallotta è un filo meno perentorio e sicuramente più fiducioso. E magari pure un po’ visionario, se così può essere definito quando alla Sloan Conference di Boston ha dichiarato: «Il mercato in Europa è ancora vecchio stile, affidato al lavoro degli agenti, due anni fa abbiamo preso un calciatore e non riuscivamo nemmeno a saperne l’età – ha detto –. Alla Roma abbiamo acquistato Marquinhos, di 18 anni, per 3 milioni di dollari e l’anno dopo lo abbiamo venduto al PSG per 35 milioni di euro. Il mercato può diventare un’incredibile fonte di ricavi, per questo è importante ottenere quanti più dati possibili sui giocatori. Ma in Europa il calcio è indietro rispetto a quello che è stato fatto negli Usa con Moneyball». Suona come il segno di una svolta o di una critica rispetto al modo di operare che fin qui è stato di Walter Sabatini. E ancora: «A Roma cerco di essere trasparente con i media, ma la pressione è maggiore rispetto agli Stati Uniti». E infine sullo stadio: «Quando abbiamo comprato la società abbiamo deciso di avere uno stadio nostro per competere a tutti i livelli e per avere in cassa una notevole quantità di dollari – ha aggiunto Pallotta –. Speriamo di ottenere l’approvazione in sei mesi per costruire lo stadio in 26 mesi».
STOP MANOLAS – Nell’attesa, ci sarebbe l’Inter e una sfida che comunque vada indirizzerà il campionato della Roma. E in questo senso a Trigoria c’è un po’ d’ansia per Manolas, che ieri si è allenato a parte per un fastidio all’adduttore. Il difensore ha svolto un allenamento a parte per precauzione, già oggi dovrebbe tornare a disposizione di Spalletti.