La Gazzetta dello Sport (F. Grimaldi) – C’è una governance blucerchiata in sella dal 27 dicembre scorso, dopo le dimissioni dell’ex patron Ferrero – il presidente Lanna, il vice Romei ed i consiglieri Bosco e Panconi – in fiduciosa attesa di poter consegnare a un compratore la Sampdoria e avviarla così a un futuro più sereno.
Ma, per ora, tutto tace. L’estate scorsa, un abboccamento con il fondo americano Cerberus aveva dato l’illusione di poter arrivare alla fumata bianca: niente da fare. Nel frattempo, il trustee Vidal, di fatto il proprietario legale del club (formalmente ancora nelle mani di Vanessa Ferrero) valuta tutti i soggetti interessati. Che solo con lui devono conferire per accedere ai dati della società e completare le verifiche contabili, a patto che il trustee certifichi la loro solidità finanziaria per l’acquisto del club.
E qui si inserisce la prima anomalia nella vicenda anomala dello sceicco Faled Khali dal Thani, che dal Qatar avrebbe mostrato interesse. Attraverso (anche) una lettera in arabo tradotta dal mediatore italiano Francesco Di Silvio. Una forma irrituale, perché prevederebbe l’acquisto della Sampdoria al buio. Possibile? In società c’è cautela, ma nulla va escluso. Per ora solo voci e promesse.
È annunciata da settimane di una liquidità di 40 milioni in arrivo al trustee per soddisfare i creditori romani di Ferrero. Per ora è stato solo aperto un normale conto corrente in Lussemburgo (non un conto di deposito a garanzia, cosiddetto escrow), ma i soldi promessi non ci sono. Non solo: niente due diligence. Secondo una stima per comprare la Samp servirebbero circa 200 milioni: oltre ai 40 già citati, 30 per un primo aumento di capitale, 20 per il mercato invernale.