La variante da votare subito che rischia di paralizzare il quadrante Sud della Capitale

La variante urbanistica che Marcello De Vito avrebbe dovuto mettere ai voti in Assemblea capitolina avrebbe concesso ai privati 670mila metri cubi per negozi, uffici e alberghi, il doppio di quanto scritto nel Piano regolatore. Col varo dell’ultima delibera, con tanto di variante allegata, sparirebbero definitivamente alcune opere giudicate fondamentali dai tecnici per evitare che tutto il quadrante Sud di Roma vada in tilt. Addio prolungamento della metro B e addio anche al Ponte di Traiano, decisivo per scongiurare gli ingorghi. Quel collegamento sul Tevere lo avrebbero dovuto pagare i privati, almeno fino a due anni fa. Poi, quando il M5S ha sforbiciato parte delle volumetrie monstre è rimasto scoperto, senza finanziamenti. Se la variante passasse, si concretizzerebbe insomma quel rischio «catastrofe» ipotizzato solo poche settimane fa dai prof del Politecnico di Torino, chiamati da Raggi per fare chiarezza dopo la prima retata di arresti, quella di giugno 2018. Gli esperti hanno bollato come inutili tutte le opere pubbliche rimaste nel progetto. Si eviterebbero gli imbottigliamenti a catena solo se cambiassero le «abitudini» dei romani, se insomma si riuscisse a «contenere la mobilità privata», cioè l’uso delle automobili. Lo riporta Il Messaggero. 

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