La Repubblica (M. Juric)La notizia di una possibile cessione della Roma agli arabi divide i tifosi giallorossi. Che, così come si erano spaccati tra mourinhani di ferro e odiatori da tastiera delle prestazioni dello Special One, ora si ritrovano ancora una volta su due fronti. Da una parte chi sogna i petroldollari di Riad e i trofei che potrebbero “comprare”. Dall’altra chi non si sente a proprio agio se gli si chiede di vivere l’incertezza di un altro cambio di proprietà con l’addio alle stelle e strisce di Dan e Ryan Friedkin. Due posizioni agli antipodi.

E sui social sono scintille. Altro che ultrà, i tifosi sono diventati commercialisti. Sanno tutto di plusvalenze, quelle buone e quelle cattive. Di ammortamento e articolatissime situazione debitorie. I tempi della sciarpetta e del bandierone sono finiti. Ora l’ultrà ha un master in business administration. Ecco, allora, che emerge il tema del fair play finanziario stringente e di una spending review che durerà fino al 2026. Formule che assomigliano a parolacce per chi vorrebbe solo limitarsi a vedere rotolare il pallone. “Gli Arabi hanno i soldi veri e tanti”, chiosa senza troppi fronzoli Andrea. Sognando notti di coppe e di campioni.