Il Messaggero – Per la prima volta da quando Eusebio Di Francesco allena la Roma, lo stadio Olimpico ha contestato squadra, presidente e dirigenti. I cori contro Jim Pallotta sono cominciati già un’ora prima del fischio d’inizio: la Curva Sud compatta si è scagliata contro il bostoniano per via delle recenti dichiarazioni rilasciate al convegno Leaders in Sport e le voci di mercato che continuano a circolare nella Capitale. Le cessioni passate e quelle che si paventano in questi giorni, preoccupano sempre più una piazza che fa fatica ad abituarsi alle continue cessioni dei “big”. I tifosi, per sottolineare il forte legame tra il presidente della Roma e il business, hanno stampato la banconota da un dollaro con la faccia di Pallotta al posto di George Washington. In tribuna Monte Mario sette tifosi hanno indossato una maglietta con la scritta “vendesi per informazioni giocatori a scelta”, mentre in curva Nord è apparso lo striscione «Il business è finito, andate in pace». L’unico a non essere fischiato è stato Di Francesco. A dimostrazione che la gente ha capito che le responsabilità sono altrove. Nessuno sconto neanche al direttore generale Mauro Baldissoni e alla squadra. I fischi ai giocatori sono arrivati già sul finire del primo tempo, durante la seconda frazione Kolarov ha risposto a qualche abbonato nervoso sugli spalti per l’andamento della gara. La Sud è scoppiata definitivamente al termine della partita: «Vi vogliamo sotto la Curva» è la richiesta degli ultras romanisti. Nainggolan avrebbe voluto andare, ma Florenzi lo ho convinto a tornare negli spogliatoi: «Ci hanno detto che c’è una regola che ce lo vieta». I cori di protesta sono continuati per altri 10 minuti, fino a quando tutti hanno lasciato lo stadio Olimpico.