Corriere dello Sport (R.Maida) – Due striscioni a Tor di Valle, proprio in prossimità del terreno dove sorgerà il nuovo stadio. Poi un duro comunicato con la solita firma che raggruppa un insieme quantomai eterogeneo di tifosi chiamato Curva Sud. Gli ultrà della Roma attaccano nuovamente il presidente Pallotta. Non è la prima volta, probabilmente non sarà l’ultima. E Pallotta, rimasto a Londra per affari dopo il ciclo di riunioni con i dirigenti, si trova ancora una volta nell’imbarazzante posizione di dover chiarire la propria linea politica di fronte all’intera tifoseria.
LA NOTA – Il comunicato del cosiddetto “Gruppo Roma”, quello che occupa fisicamente il centro nevralgico della curva, è stato inviato alle redazioni all’ora di pranzo, dopo le avvisaglie degli slogan comparsi di prima mattina («Pallotta vattene», «Pallotta Usa e getta»). Gli ultrà si autodefiniscono sarcasticamente «fottuti idioti» ricordando l’appellativo con il quale Pallotta due anni fa aveva apostrofato i tifosi colpevoli di buu razzisti in Curva Sud. Rimproverando al presidente americano una scarsa attenzione al senso di identificazione verso la squadra, il gruppo rivendica con orgoglio «quell’attaccamento che lei signor Pallotta non sta rispettando e sta distruggendo volutamente: cambiando il simbolo, collaborando per le barriere, facendo silenzio sulle multe, andando contro la sua gente. Allora lo sa cosa le diciamo? Lo stadio nuovo non lo vogliamo! Tanto se ne parla da Dino Viola. Un presidente così non lo vogliamo! Se ci deve usare e insultare faccia pure: noi rappresenteremo sempre la Roma e i suoi tifosi. Di James ne passano tanti la Curva Sud resta».
LA POSIZIONE – Al di là delle frizioni del passato, la Sud contesta a Pallotta le dichiarazioni dei giorni scorsi al convegno di Londra, quando raccontava i problemi di sicurezza dello Stadio Olimpico dovuti anche all’impossibilità di rintracciare i responsabili di atti illeciti. Pallotta assicurava che nello stadio progettato queste difficoltà sarebbero state risolte attraverso dispositivi ultramoderni come il riconoscimento facciale e il sistema di telecamere ad alta definizione impiantato sulle tribune. Da qui l’ostilità del comunicato al «nuovo stadio».
REAZIONE – Dall’Inghilterra il presidente è rimasto enormemente sorpreso dalla reazione dei tifosi. Di questi tifosi, almeno. Quella che considera una battaglia di civiltà, in nome della massimizzazione della sicurezza, è stata interpretata come un atteggiamento repressivo nei confronti del cuore pulsante della Curva Sud. Dopo un attento esame della situazione, e dei possibili pro e contro di ogni replica, Pallotta ha preferito non buttare benzina sul fuoco. Potrebbe farlo oggi, o comunque alla prima occasione utile, per precisare una posizione che a suo parere aveva già contorni piuttosto nitidi: non esiste alcuna ostilità verso la Curva Sud, che anche architettonicamente è stata isolata dal resto nello stadio nel progetto di Tor Di Valle, ma persiste la volontà ferrea di allontanare i violenti e gli incivili dagli spalti. Nell’interesse della legalità, della Roma e della stessa Curva Sud, che a volte viene impropriamente tirata in ballo come magma indistinto senza avere responsabilità.