La strigliata di Dybala: “La Roma ha paura. Serve più personalità”

Corriere dello Sport (R. Maida) – La magia sa essere travolgente ma ha un limite. È sempre, inevitabilmente e inderogabilmente, associata all’individuo che la propone. E così la Roma si è aggrappata al suo mago nel momento peggiore del suo campionato, uscendo almeno in parte dal disagio tecnico, ma deve interrogarsi sul futuro. Dove può arrivare una squadra di calcio che si affida al genio di un singolo giocatore? Paulo Dybala ha la capacità innata di scuotere uno stadio, non solo una squadra di calcio, però al tempo stesso non può mascherare i problemi dei compagni quando per motivi di forza maggiore non può erogare i suoi magnifici servigi.

Mourinho ha parlato di venti minuti di speranza, generati dall’ingresso di Paolino e del bimbo Tahirovic. In effetti Dybala ha creato i presupposti del pareggio. Il rigore procurato, che poi non ha caliato, è stato l’evento più banale. La parabola che ha centrato la traversa, diventata assist per Matic, è invece una delizia delle sue.

Dybala è mancato tanto alla Roma, stavolta almeno in parte ha dato un contributo. “Ci tenevo ad aiutare la squadra – ha raccontato – avrei anzi voluto farlo prima ma non è stato possibile. Anche se andrò in Qatar con l’Argentina, volevo offrire un supporto ai miei compagni prima di partire. Sono contento di essersi riuscito”.

Perché non ha tirato il rigore? Lui minimizza: Non c’era scritto da nessuna parte chi dovesse calciarlo (Mourinho ha detto il contrario senza specificare chi fosse lo specialista designato, ndr). A volte la decisione è una questione di secondi. Belotti ha preso il pallone e io ho preferito lasciare che tirasse. L’errore può capitare a chiunque, Andrea è un attaccante che ha segnato tantissimi gol. Non c’è problema”. Come per Abraham: “La vita dei centravanti è così. Quando non segnano vengono criticati. Ma lo aiuteremo a fare tanti gol“.

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