Corriere della Sera (L. Valdisseri) – C’è una strana aria intorno alla nuova Roma di Daniele De Rossi, che a qualcuno sembra aver fatto poco in relazione a quello che ha a disposizione. Un atteggiamento solo in parte spiegabile con il doveroso ricordo di quello che José Mourinho ha lasciato in eredità al club: la Conference League 2022 nella bacheca di Trigoria e la finale di Europa League 2023 persa anche per il contestatissimo arbitraggio di Taylor; la striscia infinita di sold out allo stadio Olimpico.

Dato a Mou quel che è di Mou, sarebbe giusto vedere quello che De Rossi ha fin qui prodotto come allenatore, il campo di battaglia sul quale ha deciso di essere giudicato (“Non sono qui per fare il giro di campo con la mascotte, non conta il mio passato di calciatore con questa maglia”). De Rossi ha vinto con Verona, Salernitana e Cagliari. Facile, fa dire la nostalgia, ed è vero perché sono tre squadre in fondo alla classifica. Contro le stesse avversarie, però, Mou aveva fatto 4 punti.

Poi c’è stata la sconfitta contro l’Inter, che aveva battuto i giallorossi anche all’andata. A San Siro aveva giocato una squadra sola, all’Olimpico hanno fatto un tempo per parte. L’Inter è più forte e dalla sua metà ha ricavato un 3-0, la Roma un 2-1. In Europa League, contro il Feyenoord, la Roma ha pareggiato e segnato contro un avversario che nel 2024 non ha mai perso e che nelle ultime 5 partite aveva subito zero gol. Eppure leggiamo di squadra “svagata, arruffona e confusionaria”.