La Gazzetta dello Sport (M.Brega – M.Dalla Vite) – La richiesta di Giampiero Ventura rischia di cadere in un burrone in un cui l’eco stile Wile E. Coyote finisce con la lettera «o» di no. Perché prima di parlarne nelle sedi opportune, le indiscrezioni non aprono molte possibilità alla partenza del torneo nel weekend del 13 agosto.
MAROTTA – «È normale che Ventura, avendo a cuore le sorti della Nazionale, dia dei suggerimenti. Ma questi cozzano con le attività dei club sia in termini di preparazione estiva che di partecipazione alle competizioni internazionali. Lo capisco, ma credo che ci siano degli impedimenti oggettivi». Le parole dell’a.d. Beppe Marotta vanno lette sia come manifestazione della posizione della Juve, sia come sentimento diffuso all’interno della Lega di A. Il cui presidente, Maurizio Beretta, ha detto: «Abbiamo appreso, valuteremo in Consiglio e in Assemblea. La parola spetta ai presidenti che si confronteranno e decideranno. Apriremo una discussione, non si può anticipare nulla ora». Venerdì è previsto un Consiglio in via Rosellini, ma anche se verrà buttato sul tavolo qualche spunto bisognerà attendere almeno un mese, il periodo canonico delle scelte sulle date della nuova stagione. Sarà infatti tra dicembre e gennaio il momento in cui stilare i paletti del calendario.
GANDINI – Umberto Gandini, a.d. della Roma: «Non abbiamo preconcetti. Se è nell’interesse del sistema calcio italiano ben venga. Credo che la Lega ascolterà le ragioni del c.t. Ventura, valuterà e poi prenderà una decisione considerando i pro e i contro. Per esempio, giocare attorno a Ferragosto potrebbe essere un problema per le squadre delle grandi città in termini di partecipazione del pubblico. Però c’è massima apertura al dialogo da parte nostra». L’avvocato Antonio Romei, braccio destro di Massimo Ferrero, presidente della Sampdoria: «Piena disponibilità a parlarne, ma il ragionamento dovrebbe coinvolgere anche Fifa e Uefa magari accorpando le date delle nazionali in due punti della stagione». E il presidente della Figc? «Intanto abbiamo ottenuto uno stage, poi è chiaro che gli interessi dei club e della Nazionale non siano convergenti - ha detto Carlo Tavecchio-. Se arrivassimo però a un campionato a 18 squadre sarebbe tutto diverso». L’Assocalciatori, da sempre, è favorevole, lo ha chiesto diverse volte. Ma ha sempre sentito dirsi «no» da presidenti e club.