C’è una Roma che piace e un’altra che gode certamente di meno appeal. Come scrive Il Messaggero, ci sono calciatori che al di là del piazzamento finale, sembrano aver fatto il loro tempo all’interno della rosa giallorossa. s’incrociano esigenze finanziare, tecniche e anagrafiche che Massara e il prossimo ds non potranno non considerare. Prendiamo ad esempio il caso di Pastore, l’emblema del flop estivo di Monchi. L’argentino, 30 anni a giugno, è stato pagato 24,6 milioni (più 1 di commissioni) e ha un contratto sino al 2023. Percepisce un ingaggio di 4 milioni (7,4 al lordo). Tradotto: a breve il valore residuo a bilancio sarà di 19,5 milioni. Domanda lecita: c’è un club nel mondo disposto a pagare questa somma ed evitare così una minusvalenza ai capitolini? Improbabile. C’è poi Dzeko, in scadenza 2020, del quale è difficile privarsi con questo Schick che non dà certezze. È il turno di Olsen, Nzonzi e Karsdorp. Possono avere mercato, magari con la formula del prestito con diritto di riscatto, sperando che nel nuovo club si apprezzino. In questo elenco, non figurano i vari Kluivert, Cristante, Coric, Bianda, Fuzato, Santon, Mirante, Fazio e Kolarov, che per costi, età e ruoli potrebbero avere un’altra chance.