La solitudine di Fonseca. Alla Roma restano i cocci

Corriere della Sera (L. Valdiserri) – Doveva essere la stagione del passo avanti, sta finendo nel modo peggiore. Paulo Fonseca era convinto di conoscere meglio la Roma e il calcio italiano dopo un anno di esperienza. Il campo ha dato verdetto opposto e il tecnico portoghese, sempre più solo, non ha più risposte. 

Il 6-2 subìto a Manchester nella semifinale di andata di Europa League viene dopo altre umilianti sconfitte in campionato come quelle contro Napoli (4-0), Atalanta (4-1) e Lazio (3-0) e dopo l’eliminazione in Coppa Italia contro lo Spezia, con una sconfitta prima in campo (2-4) e poi a tavolino per le sei sostituzioni.

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Ieri sono circolate indiscrezioni su un possibile esonero immediato di Fonseca. Non succederà. Non è nello stile dei Friedkin. Fonseca, in questa stagione, non è stato messo in discussione ma nemmeno difeso a spada tratta. L’allenatore per la prossima stagione è stato già scelto e, a meno di colpi di scena, sarà Maurizio Sarri.

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Lo attende un lavoro da fare in profondità perché la gestione Fonseca non ha portato risultato, ha terremotato i rapporti dentro al gruppo, invecchiato la carta d’identità della rosa, portato confusione tattica. La squadra è peggiorata per gioco, gestione del gruppo, recupero degli infortunati. Veretout, costretto al cambio dopo il primo scatto, è il simbolo. 

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Senza i soldi della Champions League e con il bilancio in profondo rosso non ci si può aspettare un mercato dispendioso. Possono però tornare utili calciatori bocciati da Fonseca come Under o, chissà, Florenzi. Un nuovo portiere, un regista e un centravanti sono comunque indispensabili. Toccherà a Tiago Pinto studiare la strategia, tenendo conto che non sarà semplice disfarsi di Pastore, Fazio, Santon e Pedro.

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