La sfida di Wijnaldum: “Io perfetto per Klopp? Lo sarò anche per Mourinho”

Il Messaggero (A. Angeloni) – Le sue origini sono le stesse di Ruud Gullit e Frank Rijkaard, che in Italia hanno lasciato il segno. Il Suriname è patria di talenti ma, a differenza dei due milanisti lui, Gini Wijnaldum, è nato a Rotterdam. È cresciuto nel Feyenoord, che la Roma ha sconfitto in finale di Conference quasi tre mesi fa, diventando a 16 anni e 148 giorni, il più giovane esordiente di sempre della storia del club olandese (primato battuto l’anno scorso da Antoni Milambo, con 16 anni e 131 giorni).

Pian piano comincia a diventare grande e dopo Psv e Newcastle, si afferma nel Liverpool di Klopp, con cui vince una Premier, una Champions League, il Mondiale per Club e una Supercoppa Europea. Dal Psg, in pratica scappa, e trova la Roma, che lo accoglie a braccia aperte. Lui sorride, nasconde la sua timidezza, si presta a un video di presentazione nel quale esce dall’acqua mostrando il suo fisico statuario, nonostante la maglia giallorossa addosso.

Una maglia bagnata, ecco. Un po’ il simbolo della sua carriera: Gini è il centrocampista perfetto, disse Klopp: attacca e difende. Lui gioca sempre e segna (109 reti in 606 presenze in totale). Ora con Mou vuole tornare ad essere centrale, anche se a Salerno non è detto che giochi. “Io sto bene, ma dipende anche da quello che dicono i medici e come mi valuterà l’allenatore. È difficile definire il centrocampista perfetto: a Liverpool quello stile di calcio mi stava bene addosso. Non è automatico che un centrocampista perfetto lo sia per tutte le squadre. La mia speranza è quello di essere il centrocampista perfetto per la Roma“.

Città che lo ha subito conquistato, così, in pochi giorni. La serata dell’Olimpico ha portato emozioni, che difficilmente dimenticherà. “Ho scelto questa squadra per la manifestazione di interesse che ha manifestato nei miei confronti. Tanti calciatori mi hanno parlato bene sia della città che del club: Salah, Strootman e anche Hakimi, che ha giocato da avversario all’Inter. Mi sono sentito apprezzato e voluto dalla società, sapevo che avrei giocato in un’atmosfera fantastica“.

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