Leggo (A.Moretti) – Avremo una città di tifo sparso, domenica pomeriggio (perché a Roma il derby si può giocare solo di pomeriggio): i tifosi giallorossi a Campo Testaccio, i laziali chissà dove. Il rumore sordo sarà quello di una Sud e Distinti forse addirittura chiusi, come per certe partite di Coppa Italia di cui non frega niente a nessuno. Non indifferente, oltre alla sempiterna lotta contro le separazioni delle curve volute dal prefetto Gabrielli (in seguito ad anni di episodi esecrabili, ricordiamolo sempre), il distacco affettivo (Lotito) o semplicemente fisico (Pallotta) delle dirigenze: tutti presi da altro, insomma, paiono anche i presidenti di Lazio e Roma.
Uno incurante di un moto dell’animo di migliaia di tifosi perbene che lo ritengono insopportabile; l’altro che non sembra mai rischiare in proprio. Cragnotti e Sensi, ultimi di una lunga serie, legittimarono col loro veleno le appartenenze: sbagliando, spesso, ma partecipando. Ecco, se per Gaber libertà È partecipazione anche il derby È solo se partecipato. E allora, questo Lazio-Roma senza gente è un derby inesistente. Nulla di cui questa città possa vantarsi: un’altra bellezza persa da romani e forestieri.