repubblica.it (M. Pinci) – Adesso, potremo davvero chiamarla la Confindustria del pallone. La Lega Serie A avrà domani un nuovo presidente, dopo le dimissioni del 1 febbraio di Paolo Dal Pino: i vertici del calcio italiano stanno lavorando a un accordo che potrebbe coinvolgere una larga, più probabilmente larghissima fetta delle 20 società. E che ruota intorno a un nome al di sopra di ogni sospetto: quello di Carlo Bonomi.
Sì, il presidente di Confindustria è pronto a sedersi al timone dei presidenti di Serie A: una candidatura nata circa cinque giorni fa, e su cui lentamente – ma neanche troppo – s’è consolidato il consenso. Il nome di Bonomi incarna i tre paletti che i club si sono dati nell’assemblea della settimana scorsa, quella esplorativa: un nome di unità, di altissimo profilo istituzionale e che possa rappresentare i club con forza e credibilità di fronte al governo, con cui sostenere le istanze per ottenere ristori adeguati all’oltre miliardo annuale di contributi versati. E in questo senso, chi più di un manager abituato a perorare cause di aziende dalla grande capacità contributiva?
Per eleggere Bonomi, domani, serviranno 14 preferenze. Ossia i due terzi dell’assemblea: un risultato che – se non dovessero manifestarsi inattesi franchi tiratori – sarebbe ampiamente alla portata. Curiosamente, la Lega oggi decapitata, si ritroverebbe lo stesso giorno ad avere un presidente, ma anche un commissario ad acta per la modifica dello Statuto. Oggi infatti scadrà la proroga concessa dalla Federcalcio per recepire i nuovi principi informatori che portano il quorum per le votazioni a 11, ossia alla maggioranza semplice, quando non previsto diversamente dalla Legge. E il presidente federale Gabriele Gravina non ha alcuna intenzione di concedere altro tempo, nonostante la pressione telefonica e non solo del vice presidente di Lega Luca Percassi.