Il Tempo (F.Pizzolante) – Derby capitolino al terzo tempo. Dal campo di calcio a quello politico, la palla questa volta è andata oltre la siepe, infrangendo i vetri di Palazzo Senatorio e finendo nell’aula Giulio Cesare. Al centro delle contestazioni sollevate dal consigliere di opposizione Alessandro Onorato è finita la maglia utilizzata dai calciatori della Roma. Un completo che più che una squadra calcistica ha ricordato gli antichi legionari romani: rosso scuro, quasi amaranto, con dettagli in oro metallizzato a evocare i colori e i dettagli delle armature delle legioni romane che combattevano per difendere la città. Per di più con l’acronimo S.P.Q.R. (Senatus PopulusQue Romanus) marchiato all’altezza del petto. Un affronto che i laziali non hanno gradito tanto da farlo diventare un caso, con tanto di richiesta di intervento della sindaca Virginia Raggi affinché chiarisca se in questa storia il Campidoglio centri o meno. Come detto ad indignare fan, consiglieri capitolini e anche alcuni degli sponsor della Lazio l’utilizzo del logo che rappresenta la città di Roma da parte della squadra avversaria. È un brand registrato e di proprietà esclusiva del Comune di Roma? Questa è la domanda che tutti si pongono e che i consiglieri Alessandro Onorato (lista Marchini), Giulio Pelonzi (Pd) e Rachele Mussolini (lista civica Con Giorgia) hanno trasformato in interrogazione alla sindaca Virginia Raggi. «Ho presentato insieme ai colleghi Pelonzi e Mussolini un’interrogazione urgente alla Raggi chiedendo se Roma Capitale avesse autorizzato o meno la As Roma calcio a riportare la dicitura S.P.Q.R. sulle maglie da gioco in occasione del derby del 30 aprile – dichiara Onorato – È evidente che lo scopo della società giallorossa era legato a fini commerciali e indirettamente mirato a far sembrare, ai 63 paesi sintonizzati in mondovisione, che la città di Roma abbia una sola e unica squadra di calcio. Non intendiamo prendercela con i cugini giallorossi ma crediamo che sia necessaria, considerata l’importanza planetaria dei simboli di Roma Capitale, una regolamentazione che sia chiara».
A rincarare la dose ci ha pensato Diaconale, responsabile comunicazione dei biancocelesti: «Domenica la Roma è scesa in campo con la scritta SPQR, che è il simbolo della città, il marchio di Roma. Non so se questa scritta sia stata autorizzata dal Comune, dico semplicemente che non so se l’utilizzo sia consentito a tutti. È un marchio diva lenza planetaria: l’SPQR simboleggia la Città Eterna e non se può fregiare una sola squadra di Roma. A maggior ragione, si dovrebbe identificare con la più antica, con quella che ha portato il calcio a Roma, ovvero la Lazio». Se dal Campidoglio arrivano solo no comment, è la Roma a fornire un chiarimento. Fonti interne alla società rivelano che «Non è stata chiesta alcuna autorizzazione poiché S.P.Q.R. non è un brand registrato, infatti – prosegue la fonte – già in passatola squadra ha utilizzato il logo sulle maglie». Difatti nel 2007 la Roma scese in campo con l’S.P.Q.R. e nessuna polemica venne sollevata, come nemmeno lo scorso 25 novembre quando Totti presentò la maglia che la squadra avrebbe utilizzato in occasione del derby. La maglia, peraltro, è già in commercio. Spetterà all’arbitro Raggi fischiare la fine del match e dichiarare il vincitore del terzo tempo.