La scomparsa della domenica. Ultimi sussulti anticipati

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Il Tempo (G.Giubilo) – Mai di domenica, avvertiva Melina Mercouri, che dedicava al giorno del Signore la sosta nella sua attività poco nobile ma socialmente utile. Più del calcio. Che sull’ultimo giorno della settimana rivolgeva tutti i suoi interessi. La buona gente affollava gli stadi quando ancora erano luoghi per famiglie. Per la conclusione del campionato la contemporaneità scattava negli ultimi tre turni fino a ridursi a uno, date e orari uguali per tutti.

Poi le esigenze televisive hanno preso il sopravento, il «tutti insieme appassionatamente» è stato ridotto. Domenica proprio quel giorno che per il nostro campionato si è ridotto a una scomoda appendice, prima ancora che «la settimana lunga» copiasse la moda inglese del Monday Night rallegrando soltanto acconciatori e barbieri.

Il calendario che le menti geniali della Lega hanno varato, sancisce in pratica, la scomparsa della domenica, passata nelle schiere dei «c’era una volta», come tante buone abitudini rimpiante. La data ufficiale di scadenza, quella di meta maggio, produce briciole di reale interesse soltanto perché il Palermo proteso alla salvezza, troverà alla Favorita, l’insidia dei sussulti d’orgoglio del Verona già in Serie B, ma capace perfino di battere la Juventus, sia pure mutilata.

Il resto senza significati compresa Lazio-Fiorentina. Per la classifica, tutto anticipato al sabato fra tardo pomeriggio e sera. La corsa al secondo posto ormai impari tra Napoli e Roma, quella per l’Europa minore tra Sassuolo e Inter. La Roma a San Siro, ormai mezzo cinese, per un ennesimo fiore all’occhiello di un finale di stagione da applausi incondizionati. Spalletti avrà a disposizione ancora Francesco Totti, arrivata la sospirata firma per un altro anno di contratto ricco di promesse.

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