Libero (L.Moggi) – Il calcio deve molto a stampa e televisioni, è giusto infatti riconoscerlo. Spesso, però, le società con i loro dirigenti si fanno condizionare da quello che leggono o che sentono dai vari opinionisti (tanti), che parlano secondo le sensazioni del momento mentre i dirigenti dovrebbero sapere meglio di tutti ciò che deve essere fatto affinché tutto possa funzionare al meglio. Per chi commenta valgono i 90 minuti della partita, alle società devono invece interessare oltre le sfide tecniche anche la parte economica, la salute di chi deve andare in campo e anche di chi deve saper mandare in campo la migliore formazione del momento, e cioè l’allenatore.
Non sempre però ciò avviene e l’esempio di insipienza dei propri dirigenti l’ha dato proprio la Roma che ha schiantato la Fiorentina con 4 gol senza darle la possibilità di fare un solo tiro in porta, eccezione fatta per il rigore: è stato un dominio costante per qualità tecniche ed agonistiche. In molti adesso si domanderanno a cosa sia dovuta questa trasformazione dei giallorossi, questa autostima che improvvisamente è risorta in loro, la voglia ritrovata di vincere. La risposta ce la sta fornendo il campo, sette vittorie con l’avvento di Spalletti, da prima stentate poi progressivamente buone fino a diventare ottime contro i toscani: un graduale ritorno alla forma perduta con Garcia, la testa che è tornata a comandare i muscoli. Il cambiamento va ascritto a merito di Spalletti che ha saputo far rinascere la fiducia in questa squadra, il demerito è tutto di Garcia e di chi lo ha trattenuto troppo a lungo a bivaccare a Trigoria, e cioè i dirigenti attuali che sono i primi responsabili di un’annata che poteva portare la Roma a lottare per vincere il campionato perché assieme alla Juve è la migliore squadra e forse anche più forte dei bianconeri. E pensare invece che in questo momento la Roma, pur nello stato di forma attuale, potrà essere, suo malgrado, la migliore alleata della Juventus poiché, dovendo ricevere il Napoli, in caso di vittoria, spianerebbe la strada alla prima in classifica per lo scudetto. Ruolo deprimente per chi, come i giallorossi, avrebbero avuto tutte le possibilità di vittoria finale. Questo giornale da quattro mesi sta ribadendo il concetto, ora suffragato dai fatti, circa l’allontanamento di Garcia che doveva essere effettuato da tempo. Il presidente della Roma dovrà quindi valutare cinicamente, come si conviene nel calcio, i comportamenti sia della squadra e, ancor più, quelli dei dirigenti, quest’ultimi per non aver saputo prendere tempestivamente le decisioni che hanno condizionato in negativo un’eventuale corsa allo scudetto. Sarebbe un grave errore se Pallotta pensasse che la vena ritrovata sia dovuta essenzialmente ai rinforzi di gennaio perché rivedere giocare con l’entusiasmo dei tempi migliori Pjanic e soci è solo il segnale di una ritrovata fiducia in se stessi; senza dimenticare la situazione economica che fa della Roma una delle società più indebitate del campionato assieme ad Inter e Milan. Martedì la squadra sosterrà l’impegno di Champions League contro il Real Madrid e la convinzione di chi scrive è quella di vedere un’ottima Roma, lontana dalle recenti debacle di Coppa.
Intanto la Juve se la ride, avendo acquisito un alleato così bravo e involontario; dovrà visitare un campo difficile come quello di Bergamo e la forma attuale non è delle migliori, tenendo conto dei 3 gol subiti a San Siro contro l’Inter, e nonostante il raggiungimento della finale di Coppa Italia. I nerazzurri, dal canto loro, dopo il buon risultato in campo contro i bianconeri se la dovrà vedere a San Siro contro il Palermo di Zamparini, che cerca disperatamente di evitare la zona minata della retrocessione. Ormai l’Inter non ha però più alcuna speranza di arrivare in zona Champions e deve stare attenta al Milan che la sta inseguendo ad un solo punto, per evitare di uscire anche dalla zona Europa League. È questo, da tempo, il destino di questa società che sembra portarsi appresso una maledizione per quanto per petrato nel 2006 a danno di tanti. Il Milan attuale riesce invece a sovrastare agonisticamente gli avversari, pur avendo il tallone d’Achille nella qualità del centrocampo; l’attende un avversario di tutto rispetto, il Sassuolo, superando il quale potrebbe insidiare l’Inter per il posto rimanente in Europa League.