Il Messaggero (S.Carina) – Lo aveva anticipato in tempi non sospetti. Mourinho – a meno che il ko del Milan a La Spezia non gli abbia fatto cambiare le idee in extremis – ha scelto. Il campionato può attendere. Per superare indenne il ritorno alla Bayer Arena, c’è bisogno di preservare al massimo una squadra logora, stanca, piena di assenze nei ruoli chiave, che nel pomeriggio al Dall’Ara di Bologna disputerà la 50a gara stagionale. Per questo motivo oggi, José si è portato dietro 6 Primavera oltre agli ormai aggregati Tahirovic e Volpato. Di questi, ha grandi possibilità di giocare dal 1’ Missori, con il 19enne svedese in cabina di regia e il debutto in campionato di Svilar tra i pali. È certamente una Roma mai vista: Rui Patricio e Dybala sono rimasti a casa, Matic partirà in panchina, uno tra Belotti e Abraham riposerà. Forse anche Mancini potrebbe rifiatare, almeno inizialmente.
Una squadra che nonostante tutto dovrà trovare le forze di non pensare al match odierno contro il Bologna, come una semplice tappa di trasferimento alla trasferta tedesca. Difficile, anche viste le scelte, ma non impossibile. Per questo ci si affida nuovamente a Mourinho. Il testamento che è pronto a lasciare José è l’unità d’intenti, la voglia di essere una cosa sola dentro e fuori Trigoria. Un blocco unico che anche nel pomeriggio, nonostante le assenze e le difficoltà, proverà a giocarsi la partita contro Thiago Motta, un nome papabile proprio per il post-Mou. Peccato non ci sia Dybala: l’argentino infatti ha segnato 7 reti contro i rossoblù, secondi in serie A per gol realizzati dalla Joya soltanto a Udinese (10), Sampdoria (9) e Genoa (9). Proprio Paulo, pur non essendoci, fa discutere. La decisione di non portarlo dice molto. Anche se ufficialmente il tutto è dovuto alla volontà di preservare l’argentino in vista di giovedì, un minimo di apprensione rimane. La caviglia sinistra continua a dargli fastidio.