La salvezza di Rudi in mano alla squadra

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Il Messaggero (S. Carina) – Chi lo ha visto ieri da vicino, lo racconta concentrato come poche altre volte in passato. Garcia si gioca tutto nell’ultimo giro di roulette. Il tecnico francese punta forte sul ritorno del pupillo Gervinho e sulla possibilità di schierare nuovamente, dopo il derby, la formazione titolare. Deve vincere e convincere, magari provando a emulare l’hashtag sulla maglia che indosserà la Roma domani, che recita la scritta #nonmiarrendo (iniziativa lodevole per raccogliere fondi a favore di Telethon, impegnata da anni nella ricerca scientifica sulle malattie genetiche rare). Ieri Rudi ha provato gli schemi offensivi ma di offensivo intanto ha ricevuto (insieme alla squadra e alla società) una serie di striscioni che hanno tappezzato la via Laurentina che conduce verso il centro sportivo di Trigoria. «Noi romani e romanisti – il testo del messaggio – vi urliamo indegni. Ominicchi senza palle, solo la maglia». L’atmosfera non è delle migliori. Dai 50 chili di carote recapitati dopo il ko con l’Atalanta accompagnati dall’eloquente “Buon appetito conigli”, l’escalation è stata continua. Prima gli assordanti fischi allo stadio per il pareggio contro il Bate Borisov in Champions (che era valso comunque il passaggio agli ottavi della competizione). Poi le uova lanciate contro il pullman della squadra l’altra sera al termine della festa di Natale. Senza contare che domani si prevede il minimo stagionale di spettatori con meno di 20mila presenze: la curva Sud ha infatti invitato i sostenitori degli altri settori a rimanere a casa. In molti sembrano orientati a farlo.

SOLO CONTRO TUTTO E TUTTI Mai come stavolta Rudi è un uomo solo. Il derby vinto sembra lontano un’eternità e invece sono trascorsi appena 40 giorni. Giovedì ha provato per l’ennesima volta a spronare il gruppo. Ha chiesto che gli venissero dette le cose in faccia, ha voluto sapere se la squadra fosse ancora con lui. Alcuni leader dello spogliatoio gli hanno garantito che nessuno lo ha scaricato. Il tempo delle parole però è finito. Garcia sa che il suo destino è in mano a quelli che chiama i “suoi” ragazzi. Tocca a loro decidere se salvarlo o meno. Anche perché il Genoa continua a perdere pezzi (dopo Pavoletti, Perotti e Burdisso, ieri ha dato forfait anche Tino Costa) e vincere in casa contro i rossoblù non sarebbe certo un’impresa titanica. Rudi non può far altro che fidarsi e affidarsi a loro. Anche perché per l’ennesima volta è andato incontro alla squadra, varando un ritiro-light, con i calciatori che ieri hanno avuto la possibilità di tornare a casa e poi rientrare a Trigoria soltanto nel pomeriggio. Oggi la rifinitura e consueto ritiro in hotel. Domani il verdetto. Spalletti è in agguato.

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