Gazzetta dello Sport (M.Cecchini) – Questa è la Roma di Josè Mourinho: prendere o lasciare. Raramente brillerà nel gioco, ma come carattere poche squadre possono insegnarle qualcosa. Il 2-1 sulla Salernitana, santificato dalle reti di Radovanovic, Perez e Smalling, è il manifesto di questo gruppo, che in 208 secondi ribalta il match al tramonto blindando il 5° posto. Merito di una classe operaia andata in paradiso e di un utilizzo dei “piazzati” da manuale, visto che la rete del vantaggio arriva per la ventiduesima volta su sviluppo da calcio da fermo.
In avvio Mourinho sceglie di puntare su Felix al posto di Zaniolo, alzando spesso a turno Kumbulla e Ibanez per dare sbocchi alla manovra. Come gioco, a dire il vero, si vede poco, tanto che Sepe deve intervenire con facilità solo su tiri da fuori di Miki e Oliveira. E se Ederson al 12’ impegna Rui Patricio in un bell’intervento, è al 22’ che la gara ha la svolta. Merito di una gran punizione di Radovanovic, che sfrutta l’incongrua sfaldatura della barriera per battere Rui Patricio.
Nella ripresa Mou chiede aiuto alla panchina, passando prima al 4-2-3-1 e poi, nel finale, al 4-3-3, rischiando molto per le praterie che lascia alle spalle dei difensori. Il più incisivo a inizio di tempo è l’atteso Zaniolo, che sfiorerà il gol tre volte, ma anche Felix e Shomurodov ci andranno vicino parecchio. In definitiva, comunque, è la qualità dei cambi a fare la differenza, visto che al 28′ il neo entrato Kastanos ha sul piede la palla dello 0-2, ma si fa parare il tiro da un grande intervento di Rui Patricio. Gli dei del calcio, si sa, non amano gli sprechi e così arrivano i 208 secondi decisivi. Quelli che servono prima al subentrato Perez per imbucare l’angolino con un bel sinistro e poi a Smalling per deviare sotto misura la punizione (contestata) dell’altro nuovo ingresso, Veretout. Quanto basta per far scorrere i titoli di coda.