La Barcaccia distrutta non basta. Anche la bananagigante per l’africano Gervinho e la bottiglia addosso al guardalinee Cano. Meno male che per una volta il calcio ha la meglio sulla violenza e la Roma,capace di tornare a vincere (1-2) in trasferta in Europa League dopo più di 5 anni (16 dicembre 2009 a Sofia contro il Cska), elimina il Feyenoord, scorretto in campo quanto i suoi tifosi fuori (gara sospesa per 15 minuti nella ripresa), e vola agli ottavi di finale, tenendosi stretto quello che sembra diventato il principale obiettivo stagionale. La prestazione di Rotterdam è da squadra. Per il carattere e l’equilibrio. Adesso i giallorossi, ritrovata l’unità e la convinzione in Olanda, avranno di sicuro più chance nello scontro diretto di lunedì contro la Juve all’Olimpico. Chissà che, come ha detto Totti qui al de Kuip, non concedano il bis contro i campioni d’Italia. La Roma, ricordandosi anche il piazzamento nel ranking Uefa (52° posto contro il 95° dei rivali), si è presa subito l’iniziativa. Il desiderio è grande: dimostrare il suo valore che non si può certo fermare a quel pareggio casuale, con rete in fuorigioco di Kazim, nella gara d’andata.
Garcia, davanti a Skorupski, ormai portiere di coppa, riparte proprio dal primo match contro il Feyenoord. Sempre con il 4-2-3-1, con Ljajic al posto del diciottenne Verde e Keita a sostituire lo sfinito Nainggolan. Come nella partita in casa, inizialmente in fase d’attesa, ecco il 4-4-1-1, con Pjanic che sta alle spalle di Totti. Sono loro che creano i primi pericoli. Al capitano, su tocco del compagno, va il cucchiaio di traverso. Qui non l’ha usato come 15 anni fa all’Arena di Amsterdam. Non è fortunato nella notte più lunga: colpisce il palo esterno su punizione. Gervinho, fin lì sciupone, riceve l’insulto peggiore. Labanana gonfiabile che il solito idiota gli lancia dalla tribuna. L’arbitro franceseTurpin avverte subito il quarto uomo Zaktani che avvisa il delegato Uefa Hover. E l’inglese chiede subito allo speaker di avvertire gli ultrà del Feyenoord che rischiano l’interruzione del match e la squalifica dal torneo. Subito e anche in futuro. Il direttore di gara spiega l’accaduto ai due tecnici Garcia e Rutten.
CUORE TORO – Torosidis è in serata, aiutato da Pjanic, va a costruire l’azione del vantaggio, alla fine del recupero del primo tempo. Cross da destra e sinistro di Ljajic: sul piatto l’1 a 0 della sua prima rete europea con la maglia giallorossa. Bellissima la festa, sotto il settore occupato da chi ha tirato la banana su Gervinho. Te Vrede, chiamato in campo a sostituire alla mezz’ora il centravanti Kazim, colpisce da dietro e sulla caviglia Manolas. Rosso diretto per l’attaccante. Il pubblico si scatena. Lancio di oggetti sul guardalinee Cano. Partita sospesa per 15 minuti al 9′ della ripresa. Lo speaker terrorizza la gente di Rotterdam. Alla prossima lo stop sarà definitivo. Manu approfitta di un’incomprensione tra Manolas che lancia e Keita che riceve male: 1 a 1. Il Feyenoord in dieci dura poco. Ancora Torosidis a destra per il terzo assist in due gare di coppa. Gervinho, 5° gol in Europa (3 in Champions e 7° stagionale), firma il successo. E lo dedica, giustamente, ai 2700 romanisti. Che, nella trasferta peggiore, si godono finalmente la Roma.
Il Messaggero – U. Trani