La Roma vede il Napoli e sogna. Lazio strapazzata, Pioli a casa

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La Gazzetta dello Sport (F.Licari) – Le dieci giornate che sconvolsero Roma: il sipario cala sul 4-1 di un derby (quasi) senza pubblico e senza storia. Applausi per i giallorossi che spaventano il Napoli. E fischi dal loggione per la Lazio, precipitata all’inferno, con Simone Inzaghi nuovo tecnico al posto di Pioli. Al 21° turno – non una vita fa – era tutta un’altra storia: subentrato a Garcia da 90’, messo al tappeto da Dybala, Spalletti era al 5° posto, -12 dal Napoli, -10 dalla Juve, la prospettiva di perdere le coppe. Ebbene, da dieci giornate i giallorossi viaggiano al ritmo dei bianconeri, 28 punti su 30, e non poteva essere questa piccola Lazio a opporsi a chi ha ritrovato motivazioni, condizione e schemi. Si può immaginare, senza troppa fantasia, che Juve-Roma sarebbe stata diversa se fosse arrivata più avanti, anche se non avrebbe riaperto la lotta scudetto. Da quel giorno invece Pioli di punti ne ha fatti 11 e il k.o. nel derby gli è stato fatale: la goccia che fa traboccare un esonero scritto da tempo.

DOMANDE A PIOLI – Naturalmente le cose non succedono a caso: oltre a Spalletti e al suo coraggio tattico, compreso il sorprendente 4-2-4 che non dà scampo a Pioli, i protagonisti di questo ciclo sono i nuovi Perotti (ieri super) ed El Shaarawy. Hanno totalmente cambiato lo scenario. Il 41 alla Lazio doveva arrivare ben prima del finale. La domanda è: com’è che la Lazio ha resistito sul 21 fino al 38’ s.t.? E di domanda ce ne sarebbe un’altra, con destinatario Pioli. Senza De Vrij, Radu, Basta, Konko, Milinkovic, più lo squalificato Lulic, che senso ha lasciare Keita in panca? Dal 1’ non è convincente come a gara iniziata: ma da centravanti, al posto dello sperduto Matri, avrebbe impegnato i centrali e fatto salire la squadra.

SCACCO SPALLETTI Invece la Lazio non è mai in partita, spaccata quasi in due tronconi dal 424 di Spalletti che obbliga i quattro difensori «debuttanti» a un umiliante uomo contro uomo. Il calcio non è matematica, ma certe regole sono in un manuale che gli allenatori speciali conoscono. E Spalletti lo è. Nainggolan ci mette un paio di minuti a lasciare la mediana sinistra e incunearsi a destra dell’attacco, tra Salah e Perotti, quasi il più avanzato della linea dei quattro: il primo pressing del belga è devastante, impedisce un minimo di costruzione e libera Perotti che può arretrare e ripartire in velocità. Senza dare riferimenti. Una verticale che squassa la Lazio.

ELSHA E LE FASCEPerotti, appunto, ed El Shaarawy, neanche nel suo giorno migliore ma con una continuità della quale dovrebbe ringraziare Conte: non giocava nel Monaco, il Milan non lo considerava, eppure in Nazionale c’era spazio. E la nuova Roma di Spalletti, nella quale le fasce sono cruciali, è fatta per lui. A sinistra Digne va sempre in verticale, consentendogli di accentrarsi come nell’azione del gol: cross del francese, El Sha colpisce di testa, completamente libero da Bisevac e Hoedt che quasi se lo rimpallano. Non altrettanto organizzata la destra, per motivi oggettivi: Florenzi terzino soffre e Salah non ha la velocità solita. Ma qui è il difensore a incrociare. Comunque, è una varietà tattica che sorprende la Lazio.

ILLUSIONE LAZIONessuno si accorge che a centrocampo i romanisti sono due, quindi in teorica inferiorità numerica: infatti Candreva e Anderson dovrebbero rientrare trasformando il 433 in 451. Ma i reparti sono ben separati, Biglia è lasciato solo da Cataldi (malissimo) e Parolo (male finché c’è Nainggolan). La difesa mette paura. Pali, egoismo, imprecisione, ma al 19’ della ripresa Dzeko, appena entrato, firma il 20 che sembra definitivo. Eh no. La Roma s’è rilassata, mentre la nuova coppia KeitaKlose (per Matri e Candreva) ispira la rincorsa: dieci angoli, un palo, una traversa, il gol di Parolo. Per 20’ il pari sembra lì lì. Ma la Roma reagisce e schiaccia a rete due volte: con la botta al volo di Florenzi, meglio nel 433, e con il gran tiro di Perotti, bellissimo come tutta una partita senza ruolo.

ALTRO CHE EUROPALa Lazio non vince un derby in A dal 2012 (score 034), prende il 17° gol nella prima mezzora e conferma che nel primo tempo non sa cosa fare: qualunque residuo sogno d’Europa League sembra sparito. La Roma subisce gol per l’undicesima partita nelle ultime 13 (11), ma ne segna sempre di più (31) e adesso vede a 4 il Napoli (al quale ha sottratto 8 punti). Con Higuain a rischio lungo stop, c’è la possibilità di evitare i preliminari di Champions.

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