«Si va avanti». La conferma che sullo stadio della Roma il Campidoglio non si ferma arriva al termine di una blindatissima riunione di maggioranza M5S: assessori e consiglieri chiusi fino a tardi nel palazzo, cellulari staccati e parola alla sindaca che detta la linea dopo il terremoto politico che l’ha fatta vacillare ancora una volta. La questione Tor di Valle aveva iniziato a circolare in Comune non appena le agenzie avevano battuto la notizia dell’arresto per corruzione del presidente dell’Assemblea capitolina, Marcello De Vito. Come riporta il quotidiano Corriere della Sera, fin da subito i consiglieri si sono ritrovati in una posizione scomoda: da una parte il ritorno a galla delle perplessità di sempre su un’opera che in molti considerano come una sorta di lettera scarlatta dell’amministrazione della Capitale, un elemento che per altro segna la distanza con la base grillina radicata sul territorio; dall’altra il rischio di azioni risarcitorie da parte della Roma in caso di naufragio di un progetto arrivato quasi a dama. E le parole del vicepresidente giallorosso, Mauro Baldissoni, potrebbero essere lette in questo senso: «Sullo stadio non ci possono e non ci devono essere dubbi. Non è una aspettativa, ma è un diritto acquisito a vederlo realizzato nel più breve tempo possibile. Episodi corruttivi afferiscono a responsabilità individuali, è giusto che si paghi se sono accertate. Non c’è alcun motivo giuridico nel vedere un rallentamento».