La Roma fa tris col minimo sforzo e si rimette in scia alla Juve

La Stampa (A.Ioime) – Il massimo risultato con il minimo sforzo. Alla Roma basta davvero poco per conquistare ancora una volta il «Friuli», portare a tre le vittorie consecutive, bissando l’ 1-0 di sette giorni prima in casa Genoa, e soprattutto, grazie al ko della Juve a Firenze, salire a un punto dalla vetta. L’alibi delle cinque assenze regge, l’Udinese però è apparsa solo lontana parente di quella che sette giorni prima avrebbe meritato anche di vincere con l’Inter.

LA DIFESA A TRE RENDE – Con una panchina ridotta ai minimi termini, le scelte per Spalletti sono obbligate e il suo 3-4-2-1 («La difesa a tre non ci fa più prendere reti», gongola il tecnico giallorosso) riesce paradossalmente a fare subito male ai bianconeri. Al 5′ Nainggolan si inventa un inserimento per El Shaarawy, ma Karnezis la vede bene. Al 12′ il capitano sigla il gol del vantaggio, mandando a incrociare un preciso suggerimento di Strootman. Cinque minuti dopo, la Roma ha l’occasione per chiudere a doppia mandata la partita, quando Faraoni – chiamato a sostituire Widmer, la cui assenza si è fatta sentire tra le fila dei bianconeri – intercetta ingenuamente col braccio un pallone in area. Il rigore battuto da Dzeko al 18′ non entra nè in porta e neanche nella storia: un tiro altissimo fuori misura, che finisce nei settori più alti della curva.

FRIULANI CONFUSI – Una legge non scritta del calcio imporrebbe a questo punto la punizione per una squadra sprecona, ma Szczesny è bravo a intervenire prima su Felipe e poi su De Paul, l’unico del reparto avanzato bianconero a meritare la sufficienza. La partita potrebbe tranquillamente finire qui: la Roma si limita a gestire il risultato e a guardare alla fine del primo tempo gli errori di Thereau e Zapata, che chiede invano il rigore. «Abbiamo concesso il primo quarto d’ora e poteva costarci ancora più caro – ammette Delneri -, ma la Roma non ci ha messo sotto». Nella ripresa, con l’Udinese confusa e imprecisa, i giallorossi si limitano a gestire gli spazi e ad aumentare la percentuale di possesso palla, anche se Spalletti non è completamene soddisfatto sotto questo aspetto: «Dovevamo rischiare di meno e gestire meglio il pallone». Poi, con la squadra di Delneri sbilanciata, è il festival degli errori: Nainggolan al 18′ spreca la precisa imbeccata di Totti, Dzeko al 35′ colpisce di testa in maniera dimenticabile e Strootman al 40′ trova Karnezis bravo a chiudere la saracinesca.

ORA 11 PARTITE IN 43 GIORNI – «Avremmo dovuto chiudere prima la partita – conferma Szczesny, pronto a reagire in un paio di occasioni – ma è andata bene così. Lo scudetto? Noi dobbiamo fare la corsa solo su noi stessi…». Ancora più realista il suo tecnico, che sottolinea l’atteggiamento positivo della prima frazione di gioco e le occasioni avute anche nella ripresa, ma mette le mani avanti: «Per restare al secondo posto devi vincere ogni domenica e noi ora dovremo giocare 11 partite in 43 giorni. Nonostante tutte le assenze, il risultato stavolta è arrivato, ma non so se al momento abbiamo un numero di giocatori sufficiente per tutti gli impegni».

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