La Gazzetta dello Sport (A.Catapano-M.Cecchini) – Lo accendiamo questo stadio a Tor di Valle? Sì o no, la risposta della Giunta Raggi deve arrivare oggi, ulteriori tentennamenti non sono contemplati. «Siamo già fuori tempo massimo», ricordano i soggetti proponenti. Già. La Roma e il costruttore Luca Parnasi ritengono di aver fatto il massimo per accontentare le richieste dell’amministrazione, in termini di pazienza e cubature. «E ora ci aspettiamo che il progetto rivisitato e corretto venga approvato, altrimenti la storia finisce qui», fanno sapere. Del resto, dopo il pastrocchio combinato da Berdini il momento sembra propizio. Ieri l’assessore all’Urbanistica in una lettera al Fatto Quotidiano , in cui ha denunciato un complotto ai suoi danni proprio per la posizione intransigente tenuta sul nuovo stadio della Roma, ha fatto appello alla sindaca perché continui «questa battaglia, e allora mi troverà al suo fianco. Altrimenti, le mie dimissioni sono già sul suo tavolo». La lettera ha ulteriormente indispettito la Raggi: «La pazienza ha un limite, Berdini rilasci meno interviste e pensi a lavorare di più per il bene di Roma e dei cittadini», la sua reazione.
DI CORSA – Qualunque sia il destino dell’assessore, il rush finale sullo stadio non dovrebbe riguardarlo. L’accordo raggiunto dal tavolo tecnico, che oggi dovrà avere il via libera politico, prevede un taglio del 20-25% delle cubature: le torri del business park si abbasseranno di qualche piano, spariranno ponte e relativo svincolo dalla Roma-Fiumicino, mentre si salverà lo stanziamento di cinquanta milioni per il potenziamento della metro Roma-Lido. Correzioni che non dovrebbero richiedere un nuovo pronunciamento dell’assemblea capitolina sulla pubblica utilità dell’opera. Anzi, a questo punto dal Consiglio comunale ci si attende la rapida approvazione della variante al piano regolatore, senza la quale la Conferenza di servizi non può dare l’ok definitivo.
PARTNER CINESI? – Ma lo stadio sarà parte di un business ancora più grande. Una volta che la questione si sarà sbloccata, infatti, partirà in modo serrato la caccia ai finanziamenti. Tutti coloro che sono più vicini a Pallotta assicurano che non ci saranno problemi, visto che il «lavoro» del presidente – con gli «hedge fund» – è proprio quello di trovare finanziatori. Per questa ragione ormai da tempo arrivano voci per possibili partnership con investitori cinesi. Anzi, se si creassero le condizioni, la collaborazione potrebbe riguardare non solo la «newco» che costruirà lo stadio e il «business park» adiacente, ma anche lo stesso club. Dagli Stati Uniti, infatti, giunge voce che un investitore cinese ancora misterioso abbia chiesto informazioni per avere il 10% della società. La risposta, pare, è stata intorno ai cento milioni, dando quindi una valutazione complessiva della Roma intorno al miliardo. Immaginiamo che, per una cifra del genere, lo stadio di proprietà fosse ormai già messo nel portafoglio. Al momento, la situazione è congelata, ma le piste sondate sono molte. E in questo momento storico, difficile trovare partner più floridi e motivati dei cinesi.
GANDINI SPERA – L’ottimismo sul futuro, d’altronde, si respira anche dalle parole dell’a.d. Gandini. «Sullo stadio noi siamo ottimisti, sono abbastanza sicuro che il dialogo con l’amministrazione porterà a una soluzione positiva. Obiettivi? Il presidente Pallotta punta a vincere. In questa stagione, se io potessi scegliere, l’Europa League mi darebbe più soddisfazione, perché di come viene dipinta». E allora, tra stadio e Villarreal, sarà una settimana decisiva.