Il Messaggero (S.Carina) – La favola di Totti è così bella che rischia di offuscare i problemi della Roma. Che sono evidenti se la squadra vuole competere per lo scudetto. Difficoltà che non si limitano alla scarsa personalità denunciata da Spalletti nel post-gara di domenica.
IL PIEDINO – I 37 minuti successivi al gol di Salah ne hanno fotografati altri. In primis c’è quello relativo alle fasce difensive. Con i doriani è bastato che Giampaolo allargasse Muriel e Alvarez, alla ricerca costante dell’uno contro uno con Bruno Peres e Florenzi, perché la retroguardia giallorossa andasse in tilt. Prima di lui il tecnico del Porto, Espirito Santo, aveva impiegato 90 minuti per accorgersene ma poi, quando aveva capito il tallone d’Achille romanista, nella gara di ritorno ha inserito il velocissimo Jesus Corona sul lato di Juan Jesus. Mossa che ha fatto saltare il banco ben prima delle espulsioni di De Rossi ed Emerson. Spalletti continua a nascondere (giustamente) il problema, ricordando ad esempio che «domenica Florenzi è arrivato 20 volte sul fondo». Vero, ma non tutte le domeniche si affronta la Sampdoria e quando l’asticella si alza non sempre è possibile terminare la partita con oltre il 60% del possesso palla (quasi il 70% nella ripresa). Un altro limite che stanno evidenziando le prime uscite stagionali è il valore di alcuni singoli. Senza dar vita ad un’inutile caccia alle streghe, ci sono almeno 3-4 elementi della rosa che quando vengono impiegati mostrano i loro limiti tecnici. Anche perché gioco-forza vengono utilizzati in ruoli non loro. Sia chiaro: nell’emergenza chiunque può ricoprire una posizione non sua e fare bella figura. Il problema è quando l’eccezione si trasforma in consuetudine. E nella Roma rischiano di essere troppe.
Florenzi, un’eccellenza, è costretto a giocare terzino. Bruno Peres, un esterno destro più adatto per una difesa a tre, da Cagliari gioca costantemente a sinistra in una difesa a quattro. Emerson, un esterno alto, quando viene impiegato giostra da terzino, ruolo ricoperto anche da Juan Jesus, un centrale. Posizione nella quale al suo rientro spesso scalerà anche Ruediger, un altro centrale. Per carità, tutti loro possono giocarci e a volte farlo anche bene ma non è certo dove rendono meglio. Per intenderci: la Juventus sulle fasce ha Lichtsteiner e Dani Alves da un lato ed Evra e Alex Sandro dall’altro. Il Napoli ha Hysay e Maggio a destra e Ghoulam e Strinic a sinistra. Al di là del valore opinabile dei singoli, sono tutti specialisti del ruolo e non calciatori adattati. Senza contare che la rosa romanista palesa altre lacune, come quella sempre più evidente della mancanza di un regista al quale affidarsi nei momenti di difficoltà. De Rossi ha altre caratteristiche e Paredes ancora limiti di personalità. La mediana, poi, con la Samp è sembrata già stanca ed è il reparto più corto. Dopo due anni di stop, Strootman nel primo mese ha già disputato 5 gare con la Roma e 2 con la nazionale. Troppe, forse, anche per un cyborg come Nainggolan.