Repubblica.it (F.Bocca) – Nella diatriba Spalletti–Totti, al 70% reale e al 30% inzuffata da tifosi, media e monomaniaci dell’argomento, oscillo senza problemi e senza posizioni fideiste da una parte all’altra a seconda di ciò che avviene. Che del resto è molto sorprendente: il quarantenne che sopravvive a se stesso e non conosce il tramonto. Che poi è l’aspirazione di tutti.
L’argomento è affascinante, di forte presa popolare, direi addirittura sociale, in quanto Francesco Totti, si fa portabandiera non solo dei colori che più ama (un tempo giallorossi, oggi più che altro arancioni…) ma di tutto quel popolo di pensionandi che sui posti di lavoro sono lì che si arrabattano cercando di allontanare il momento fatidico. Per carità ci sono anche quelli che non vedono l’ora di andarci in pensione perché magari lavorano di notte in un altoforno e perfidamente ogni tanto li spingono un po’ più in là, ma non è questa certo la categoria tottiana di riferimento.
Insomma l’argomento è affascinante ma anche ossessivo.
Riassumo molto brevemente come l’ho pensata e come la penso, confessando fin d’ora che avrò cambiato idea almeno dieci volte: e del resto chi se l’aspettava una storia così, tuttora in evoluzione e non ancora finita?
Detto che alla carriera di Totti ho reso onore il dovuto, ho pensato che avrebbe dovuto uscirne trionfalmente come i grandissimi attori quasi all’apice del suo genio, almeno 3 o 4 anni fa. Poi è arrivato (anzi è tornato) Luciano Spalletti, stavolta in versione piacione e affabulatore con queste sue conferenze teatrali, e ho trovato la sua gestione del caso Totti traumatica ma tutto sommato giusta. Poi Totti è esploso in quella raffica di gol e di partite salvate da lui stesso e ho trovato giusto ottenesse un altro contratto. Poi Spalletti, probabilmente anche un po’ geloso perché no e forse addirittura seccato per tanta vegliarda esuberanza, ha cominciato a gestirlo come una porcellana preziosa, magari giocandoci un po’ sopra e facendo trapelare un notevole imbarazzo, che tutto sommato mi è sembrato giusta la direzione presa. In questo momento sono abbastanza dalla sua parte, perché Totti è grandissimo ma il tottismo di contorno è francamente insopportabile. Nonché assai invasivo e tracimante come una piena del Tevere. Credo che non appena potrà Luciano Spalletti esasperato, e colpevole tutto sommato di aver gestito con buon senso i 40 anni del totem giallorosso, lascerà la Roma e Francesco Totti farà rotta verso i 41 sul campo, praticamente intramontabile.
Forza Totti, Forza Spalletti, Forza Roma (altrimenti i romanisti chi li sente).