La Gazzetta dello Sport (A. Pugliese) – Mai così male in tutta l’era americana. Mai così pochi gol dopo le prime 7 partite di campionato, appena 8. Insomma, se c’è un problema in casa-Roma quello è proprio legato alla finalizzazione, all’andare a segno, a concretizzare ciò che si costruisce. E non è un caso che per segnare una rete i giallorossi abbiano bisogno di 14,6 tiri, con un rapporto percentuale tiri/gol tra i peggiori della Serie A. Tanto che in questo inizio di stagione hanno una percentuale peggiore solo quattro squadre pericolanti: Genoa (15,6), Venezia (16,4), Cagliari (21,2) e Lecce (35,6), mentre le big girano tutti su valori molto diversi dalla squadra di Ivan Juric. Che, però, guida la squadra da sole tre giornate di campionato, dove la Roma ha segnato in tutto sei reti, due di media a gara.
Insomma, con il croato il problema sembra sorpassato, sui numeri incide sicuramente la pessima partenza – in tal senso – della gestione De Rossi (2 sole reti nelle prime 4 gare). Da quando gli americani hanno acquistato la Roma (estate 2011) solo in un’occasione si è segnato così poco come in questo avvio di stagione. È successo nel 2022/23, la seconda stagione di José Mourinho, quando le reti furono sempre appena 8, ma fruttarono in tutto 13 punti (contro i 10 attuali). Insomma, come peso specifico quegli 8 gol valsero più di quelli attuali. Per trovare invece una stagione peggiore di questa come avvio realizzativo bisogna ritornare all’ultimo anno dell’era Sensi, il 2010/11, quando la Roma era in mano a Claudio Ranieri e nelle prime sette partite di campionato segnò appena 7 reti (intanto domenica ancora contestazione da parte della Sud, che resterà fuori per i primi 15 minuti e che ieri ha pubblicato un duro comunicato contro i Friedkin).
Ma dov’è allora il problema? Probabilmente è legato al fatto che nella Roma quasi tutta la mole offensiva si poggia su Artem Dovbyk (a segno anche ieri con l’Ucraina, su rigore), che ha già messo a segno 3 di questi 8 gol, di fatto il 37,5% delle reti totali. Tolto lui, gli altri attaccanti sono rimasti a bocca asciutta. Tranne Shomurodov (che ha segnato il gol della speranza contro l’Empoli), Baldanzi e Dybala, che però ha fatto gol solo su rigore (contro l’Udinese). A quota zero, invece, i vari Soulé, Pellegrini ed El Shaarawy, tre che dovrebbero garantire un buon numero di gol. È anche vero che in questo avvio la Roma non è stata baciata dalla fortuna, con ben 5 pali (dal 2022 è la squadra che in assoluto ne ha presi di più, 61). Solo che ora arrivano anche le partite più dure, ad iniziare dall’Inter. La Roma saprà guarire?
Foto: [Paolo Bruno] via [Getty Images]