Il Messaggero (A. Angeloni) – La “zona Roma” è un marchio. Si decide lì anche stavolta, quando il tempo corre veloce, la palla brucia e le speranze quasi ti abbandonano: l’ultimo quarto d’ora, c’è da stare attenti alla Roma, che fa ribattere forte il cuore alla sua gente, che ha sposato Mourinho e non lo vuole mollare. E l’Udinese, come il Monza e il Lecce, in quei minuti finali perdono l’appuntamento con il punticino, che per loro è vita.
Il mago José inventa i cambi, trasforma la squadra, le ridà corpo: Dybala torna lui, dopo due mesi e mezzo di vuoto, tra infortuni e prestazioni non all’altezza della sua grandezza, Lukaku allunga la pausa dal gol (l’ultimo, contro il Lecce) e si cala nel ruolo di centravanti operaio, al servizio della causa, mostra muscoli e anche un tacco prezioso, che non fa parte del suo repertorio. El Shaarawy segna alla ElSha, col tiroaggiro da capogiro, e tutto è bene quel che finisce bene.