«Sono totalmente contrario all’euforia, bisogna averla quando si vince un trofeo o si raggiunge un obiettivo». Paulo Fonseca ha capito in fretta dov’è capitato, ha sbattuto sulle difficoltà del campionato italiano nelle prime due partite e ha adattato il suo sistema di gioco al nuovo contesto, ma è anche il lavoro che sta facendo fuori dal campo a dimostrare quanto si sia calato nella realtà della Roma. Dove si passa nel giro di cinque partite dal disfattismo all’esaltazione. «Abbiamo vinto tre partite, siamo cresciuti, ma adesso avremo una partita difficile. Il passato non conta e c’è bisogno di essere molto equilibrati e umili rimanendo con i piedi ben saldi a terra. Non abbiamo conquistato nulla, è bello che la gente creda in noi, però bisogna avere la consapevolezza che questa è una maratona molto lunga e difficile. Quindi non possiamo rilassarci: io e i dirigenti siamo impegnati a far sì che nessuno sbagli in questo senso». Non c’è tempo per rilassarsi, si continua a giocare ogni tre giorni e serve il contributo di tutti: oggi toccherà perla prima volta a Smalling, il ventunesimo giocatore utilizzato da Fonseca. «Giocherà lui – annuncia il tecnico – farò qualche cambiamento, ma tutti i giocatori sono importanti, nessuno è al di sopra della Roma». Lo scrive Il Tempo.