TuttoSport (I.Di Sciascio) – Il calcio è fatto di livelli e valori e pensare che Roma e Pescara hanno disputato lo stesso campionato, non rimane semplice da capire. Il risultato diventa la logica conseguenza, così come l’epilogo certificato dai numeri del campionato del Pescara, ovvero la serie B, con cinque turni di anticipo. La Roma fa poker, riallunga sul Napoli e vede all’orizzonte il derby con la Lazio. Si gode un El Shaarawy motivatissimo, il ritrovato Emerson, ma deve gestire i toni sopra le righe di Dzeko che dopo il cambio ha riversato su Spalletti tutta la sua rabbia. Il tutto con Monchi in tribuna per la sua prima da direttore sportivo gialorosso. Arrivato a Roma all’ora di pranzo, ha prima fatto visita a Trigoria, per la firma sul contratto e un sopralluogo, e poi di corsa a vivere la prima dal vivo. Porta in dote l’etichetta di “Mr Europa League” (tre titoli), ma anche e soprattutto uomo delle plusvalenze (trecento milioni circa, tra cui Bacca, Dani Alves, Rakitic). Quattro anni di contratto, opzione sul quinto e tanta voglia di iniziare «non vedo l’ora di cominciare» le sue prime parole come da protocollo ufficiale.
IL MATCH – Dopo cento secondi c’è materiale per la futura Var: Salah di voleè trafigge Fiorillo, l’assistente indica il centrocampo, Irrati ci pensa su e annulla, la moviola dà ragione al fischietto toscano. Manovra sulle catene il Pescara, Roma che vuole il possesso e si piazza dentro la metà campo degli abruzzesi. Che accettano l’idea, ufficializzano il 4-5-1 e si mettono campo davanti per ripartire, che forse è stata una delle poche cose che, allo sciagurato Pescara di questa stagione, è riuscita meglio. Rudiger inventa per il Faraone, Zampano in ritardo, piattone senza equilibrio da due passi (10′). Inizia la sofferenza per il Pescara, che non riesce a ripartire e si accartoccia davanti a Fiorillo in balia degli eventi. Fiorillo salva su Dzeko (17′), Nainggolan timbra la traversa su splendido invito di Paredes (19′). Tutto troppo facile, a tal punto che la Roma gigioneggiaa, sbaglia con leggerezza l’abbrivio di contropiedi facili, il Pescara riprende fiducia e sfiora il clamoroso vantaggio con Bahebeck, attento Szczesny (30′). Poi le due fiammate che mettono in ghiacciaia la gara, con il Pescara sbilanciato e già sulle gambe: prima inventa Paredes, rifinisce El Shaarawy e Strootman sblocca facile facile (44′), il rimorchio di Nainggolan sull’assist di Dzeko (45) è la trama del raddoppio per riuscire così ad andare negli spogliatoi per un intervallo da vivere con la giusta serenità. E ci vogliono tre minuti della ripresa per far scendere il sipario, con Emerson che va in slalom sulla sinistra e Salah che disegna sul palo lungo (48′). Ci sarebbe spazio per il quarto subito dopo, ma Salah in perfetta solitudine, invece di calciare a porta sguarnita, vuole il timbro di Dzeko, l’appoggio è lento e fuori misura e il Pescara rintuzza. Diventa un’esercitazione per la Roma, il Pescara ha la certificazione aritmetica della serie B e non c’è più in campo. Salah fa il 4-0 (58′) duettando nelle praterie con El Shaarawy, in palla quando scatta palla al piede.
PROTESTE – In campo diventa pura accademia, e allora c’è spazio per un focus su due cambi che fanno discutere: prima quello di Verre che rileva il giovane Coulibaly, fischi assordanti per l’ex giallorosso reo di una stagione disastrosa, e poi l’uscita dal campo di Dzeko, che manda platealmente a quel paese Spalletti, che non fa una piega e incassa. Memushaj pesca il taglio di Benali (83’) per il gol della bandiera, Biraghi centra il palo su punizione (87’), l’orgoglio finale del Pescara che saluta la serie A.