Il Corriere della Sera (L. Valdiserri) – Il contratto di Mourinho con la Roma scadrà a giugno 2024 — come quelli del g.m. Tiago Pinto, di Rui Patricio e Spinazzola, mentre Lukaku è in prestito secco dal Chelsea e Dybala ha una clausola facilmente scalabile — ma era difficile pensare che bastassero sei giornate di campionato per far scoppiare la crisi del terzo anno. La sintesi è comunque che i Friedkin non hanno intenzione di esonerare Mourinho e che Mourinho non ne ha di dimettersi.

La Roma ha bisogno della qualificazione alla prossima Champions League, ancora più ricca perché chi vi partecipa giocherà ancora più partite. In ogni caso, l’assenza di Smalling e la cessione di Ibanez non possono giustificare che ogni tiro in porta dell’avversario si trasformi in gol. E la mandrakata di mettere alla fine quattro centravanti contemporaneamente in campo non funziona da tempo. In più la Roma ha perso la sua pericolosità su corner e calci piazzati: prima faceva gol, adesso li prende. La stagione scorsa la Roma ha sfiorato la qualificazione in Champions attraverso l’Europa League, sconfitta in finale ai rigori dal Siviglia.

Mourinho dopo la disfatta di Marassi: “Dopo simili partite non mi piace entrare nello spogliatoio emozionato, parlare di cose giuste o meno giuste. Preferisco parlare a freddo. Il messaggio è questo: insieme cercheremo di cambiare. Se guardi la classifica, ovviamente, vedi che è brutta. Abbiamo paura di stare lì? No, perché arriveremo davanti, non resteremo li”.