Il Corriere della Sera (L.Valdiserri) – Dire che la Roma deve tuffarsi in Champions League per dimenticare le delusioni del campionato potrebbe sembrare blasfemo, visto che Rudi Garcia ha definito la gara di Bologna una partita di pallanuoto e che il direttore generale Mauro Baldissoni si è molto risentito con l’arbitro Rocchi perché ha fatto iniziare (e proseguire) una partita che si poteva giocare regolarmente solo in una parte, per altro ampia, del campo. L’avversario — il Barcellona che ha appena inflitto un 4-0 al Real Madrid, ammutolendo il Bernabeu — è il peggiore possibile. Messi è appena rientrato e ha bisogno di mettere minuti nelle gambe: domani ci sarà. Il Barcellona vuole chiudere subito il discorso qualificazione per dedicarsi al Mondiale per club dal 17 al 20 dicembre, in Giappone, senza avere il disturbo dell’ultima gara del girone di Champions contro il Bayer Leverkusen (9 dicembre).
La Roma, però, ha bisogno di una scossa. Il campionato è ancora lunghissimo, ma il 2-2 di Bologna ha portato con sé, tra gli altri, due problemi nuovi o quasi nuovi: 1) la Roma è scivolata al quarto posto dopo che, nelle prime due stagioni di Rudi Garcia non era mai scesa sotto il terzo e solo per pochissimo tempo; 2) per la prima volta da quando il francese è a Roma è stata scavalcata in classifica dal Napoli. È un paragone importante perché le filosofie delle due società, le vere rivali della Juventus dominante delle ultime stagioni, sono state molto diverse. Il Napoli ha mantenuto lo stesso parco giocatori anche se per due anni non si è qualificato per la Champions League: non ha ceduto né Higuain né Callejon, richiestissimi, e ha sposato un nuovo progetto tecnico «italiano» con Maurizio Sarri dopo aver chiuso l’esperienza con Rafa Benitez (che ha comunque portato in bacheca una Coppa Italia e una Supercoppa italiana).
La Roma ha movimentato molto di più il mercato, tra ricche plusvalenze (Benatia) e fallimenti (Iturbe). I club partivano da situazioni di bilancio diverse e su strade diverse hanno proseguito il loro cammino. Sia Pallotta che De Laurentiis sognano di avere presto un nuovo stadio, ma anche in questo caso hanno idee differenti: un lavoro titanico per il bostoniano, la ristrutturazione del San Paolo per il re dei cinepanettoni. Roma e Napoli sono squadre di stampo offensivo (i giallorossi hanno il miglior attacco con 29 gol, i biancazzurri ne hanno segnati 24), ma Sarri ha messo a posto anche la difesa (Reina non ha preso gol nelle ultime 5 partite di campionato) e Garcia ne ha subiti 15. Il 13 dicembre ci sarà il confronto diretto al San Paolo e la Roma non sa ancora se potrà recuperare Salah e/o Gervinho, le frecce del suo attacco. La Roma ha la meravigliosa «distrazione» della Champions League, il Napoli ha la «scocciatura» dell’Europa League. Oggi Garcia ci dirà che si pensa a una partita per volta. Giusto. Ma la classifica dice anche altro.