Situazione al limite del paradosso quella vissuta dalla Roma nelle ultime settimane. I giallorossi, al netto di un percorso sicuramente positivo in campionato, non riescono a dare continuità alle prestazioni, fin troppo spesso altalenanti. Le motivazioni, come scrive Il Messaggero, non sono chiare, anche se qualche indizio può far pensare che l’allenatore sia il primo a non avere una linea retta da seguire, visto che il suo undici iniziale è cambiato 33 volte in 33 apparizioni stagionali. In più, le sbandate e le figuracce sono sempre dietro l’angolo, come il 7-1 di Firenze. Eppure, dal giorno di Santo Stefano, la Roma ha giocato sette partite, vincendone cinque e pareggiandone due, raccogliendo quindi 17 punti, facendo meglio di tutti (al pari della Juventus) in questo intervallo di tempo. Probabilmente, scrive ancora il quotidiano, l’aspetto mentale è quello che più è venuto a mancare durante tutto l’arco della stagione: lo dimostrano le prestazioni di Kolarov, perfetto in fase offensiva e spesso non così positivo in quella difensiva, oppure la differenza che c’è nelle partite giocate da Dzeko in Serie A rispetto alla Champions League.